giovedì 10 agosto 2017

Monte Pagano al Mortirolo

26.07.2017 - Giornata parzialmente nuvolosa, clima eccessivamente fresco per il periodo, opto per un itinerario a quote relativamente basse, con partenza sempre da Villa Dalegno.


Vette meridionali dell'Adamello
La mulattiera parte dal paese e prosegue in discreta discesa direzione Temù e Vezza d'Oglio, ove si può considerare iniziare il vero e proprio percorso, anche se al ritorno i quasi 400 metri D+ si faranno sentire, eccome...di fronte le vette meridionali innevate del gruppo dell'Adamello.

Dal centro del paese si inerpicano varie stradine secondarie, quasi come tante arterie che dal cuore raggiungono gli arti in forma di malghe, vallate e vette solitarie.


Vezza d'Oglio
Il mio muscolo cardiaco inizia infatti subito a battere forte, dal fondo asfaltato si passa al cementato e allo sterrato, i tratti più ripidi oltre il 15% sono compatti, per cui si avanza benino... in 6 km 800 metri di dislivello, in 8 km oltre 1000....
Usciti dal bosco a quota 2000 nella valle di Grom, tutto attorno vette che raggiungono in alcuni casi i 3000 metri, quelle in lontananza di Monticello e Pietra Rossa, un nome, un programma.
Ripreso un pò fiato, un lungo falsopiano mi accompagna al termine della strada dove imbocco una mulattiera che porta al Pianaccio, una terrazza eccezionalmente panoramica sulla valle dell'Oglio.


Il Pianaccio


Da qui parte un single track mezzacosta entusiasmante che aggira il monte Pagano alle sue pendici meridionali attestandosi intorno a quota 2100, per poi allargarsi in decisa discesa nei pressi di Malga Caretto.


Mezzacosta del Monte Pagano


Mezzacosta del Monte Pagano


Mezzacosta del Monte Pagano
Malga Carretto
Si raggiunge in un attimo la strada provinciale che da Monno sale al Passo del Mortirolo poco prima del borgo di San Giacomo, il tratto finale da quota 1600 a 1900 è abbastanza ripido e gli ultimi tornanti al sole tornano a scaldare le gambe e il cuore (mi tocca ammetterlo, il nome Mortirolo incute un certo timore reverenziale...anche dal versante più abbordabile).


Tornanti del Mortirolo di Monno e biker in incognito
Poco prima del passo svolto a destra seguendo la stradina asfaltata che riporta al Pagano e alla vallata raggiunta in precedenza da Vezza.
L'ora è tarda, ma la voglia tanta, devio in direzione cima Varadega seguendo una traccia dal fondo molto sconnesso che mi costringe anche a tratti a spinta, ma la stanchezza e il meteo poco incoraggiante mi impongono una mesta resa, rimandando l'ascensione a un prossimo post...
Rientro un km sui miei passi e proseguo lungo la stradina asfaltata che porta alle malghe Salina (ove acquisto un ottimo formaggio di vacca ben stagionato, simile al grana, conversando allegramente con una malgara ottuagenaria le cui uniche parole comprensibili sono "Pota, pota!" nonostante l'alpeggio adibito a pascolo sia già ben rado... valli a capire sti bresciani!)


Malga Salina di Sotto

L'assaggio dell'ottimo integratore ha effetto rigenerante, il sole fa capolino tra le nubi e il cielo pare schiarirsi definitivamente, alla mia destra il monte Pagano è diavolo tentatore.


Salita facile al Monte Pagano


Cresta del Monte Pagano
Valuto il da farsi, poco meno di mezz'ora e sono in cima seguendo uno stretto sentiero in alcuni tratti ripido da bici in spalla, ma niente di pericoloso.


Tratto finale della cresta del Monte Pagano



La vetta è una sorpresa, arrotondata e adibita a pascolo, è completamente sormontata da ruderi ben conservati di un'antica fortezza, sicuramente riutilizzata durante il primo conflitto mondiale quale punto di osservazione e ricovero.


Il Forte di Monte Pagano
Il Forte di Monte Pagano
Una visita all'interno è d'obbligo, il panorama spazia a 360°, il forte sibilo del vento rende l'atmosfera quasi irreale, mi fa vivere qualche attimo fuori dal tempo, immergendomi in quel mondo che amo tanto ricercare lontano dallo stress quotidiano che ogni homus cittadinus devo affrontare.



Ingresso al forte


Prima di assopirmi irrimediabilmente, scorgo la traccia che dovrò seguire: una linea ininterrotta scorre a perdita d'occhio con percorso agevole tra rocce e praterie fino a sbucare ove termina il mezzacosta percorso in mattinata.


Single track a perdita d'occhio dal Monte Pagano


Single track a perdita d'occhio dal Monte Pagano
Mai scelta fu più appagante, il sentiero è uno spasso, facile facile, in alcuni tratti si nota la perizia del genio militare che ha costruito e rafforzato alcuni passaggi con materiale di riporto, mi fermo spesso a immortalarne la bellezza, conscio che difficilmente in futuro troverò altre tracce a questo livello (per fortuna, invece, sarà la regola, più che l'eccezione...)


Il mezzacosta del Monte Pagano
Ripercorro in senso inverso il mezzacosta, in salita la prima parte è duretta, la stanchezza comincia a farsi decisamente sentire e raggiungo di nuovo lo stradello nei pressi del Pianaccio.


Pascoli della Val Bighera
Una semplice forestale mi conduce attraverso una vallata a dir poco bucolica fino alle Casine di Val Bighera, ove la carrabile lascia il posto prima a liscio sentiero poi a mulattiera sempre più sconnessa e pietrosa, con cartelli dello Stelvio in bella mostra a ricordarmi un appuntamento futuro...


Siamo nella parte meridionale del Parco
In breve non senza difficoltà giungo al guado del torrente della Val Paraolo e quindi a quello della Val Grande, in cui scopro, come era logico presupporre, il Ponte sull'Acqua Calda...


Ponte sull'Acqua Calda
Quando tutto pare ormai finito e con un pizzico di delusione mi appresto a dilapidare ben 300 metri di dislivello in semplici forestali, ecco, inaspettato e sconosciuto a tutte le mappe cartografiche, un sentierino stretto stretto con indicazione Vezza d'Oglio.
Valuto la percorribilità, pare seguire parallelo il torrente, mal che vada un pò di canyoning nel palmares non guasta di certo...e così lo imbocco, senza esitazione.
Eccezionale, quasi tutto ciclabile tra mezzacosta e tratti ripidissimi in pineta, il fondo eccelso e il tracciato ben segnato, sbuca poco sopra il paese nei pressi di un bel parchetto ove sorprendo una coppia di adolescenti scambiarsi effusioni amorose pudiche interrompendone l'ardore...probabilmente ha goduto più il sottoscritto nello scendere il sentierino...


Il parchetto a nord di Vezza d'Oglio
Ora è veramente finita, stimo in un'oretta il rientro via ciclabili a Villa Dalegno, ma il fondovalle dell'Oglio riserva ancora sorprese altimetriche e così, quasi stremato, le ultime rampe al 15% verso l'hotel mi fanno riconsiderare chi tra me e la coppietta si sia effettivamente gustato l'ormai imminente tramonto.


Villa Dalegno, ultime rampe




In totale sono 65 km e 2750 metri di dislivello.


LINK STRAVA
LINK RELIVE





Nessun commento:

Posta un commento