martedì 8 agosto 2017

Giro del Montozzo

25.07.2017 - Aria frizzante di primo mattino, le piogge del giorno precedente hanno lasciato il segno, il terreno è ancora ben bagnato mentre il sole fatica a scaldare e ad incunearsi nella larga vallata.


Villa Dalegno e sullo sfondo il gruppo del Corno di Mezzodì
Da Villa Dalegno il panorama su Ponte di Legno è affascinante, le propaggini settentrionali dell'Adamello e quelle occidentali della Presanella con vette ben oltre i 3000 metri in cui è facile scorgere nevai o ghiacciai in inesorabile ritiro, incombono severe sulla quiete fredda e ombrosa del fondovalle dell'Oglio.
Cima Payer e vedretta di Pisgana


Ponte di Legno
Più a nord si intravedono le cime rossastre del Parco dello Stelvio, direzione Passo Gavia, ove le vette più note sono il Corno 3 Signori e poi, ben lontano e celato, il Cevedale.
Alle mie spalle, erto e ripido, il verde pendio di Cima Somalbosco, puntellato di quando in quando da alcune malghe solitarie, scolpite sui fianchi della montagna ove un minimo di spiazzo lo consenta, ma di primo acchito irraggiungibili e, forse, abbandonate.
Dall'hotel in cui soggiorno, una mulattiera punta decisa a nord est, il fondo è dapprima ciottolato poi si fa via via più sconnesso e meno lavorato, rimanendo in ogni caso ben ciclabile, con l'accortezza di evitare le numerose pozze di fango. Caratteristica distintiva è la presenza di numerose fonti e abbeveratoi, la cui acqua gelida costringe a brevi e ben dosate sorsate.


Mulattiera Villa Dalegno - Precasiglio

Si raggiunge in qualche minuto il borgo alpino di Precasiglio, quasi immune dalla modernizzazione selvaggia che ha caratterizzato invece il comprensorio del Tonale, è un piacere pedalare tra viottoli stretti, muretti a secco e costruzioni rurali del secolo scorso, se non più antiche.
Ora si scende su stradine asfaltate secondarie fino a giungere ad intercettare la provinciale del Passo Gavia nei pressi di Ponte dei Buoi.
Il giorno feriale e l'orario piuttosto mattiniero mi concedono un'inaspettata evasione dal traffico veicolare, superati un paio di tornanti in ogni caso svolto poco più di un km a monte seguendo le indicazioni per Pezzo e Case di Viso.


Il borgo di Pezzo

Il primo paese viene sfiorato dal passaggio della strada turistica principale per la vallata di Viso, rimanendone arroccato ai piedi, quasi indifferente al trascorrere del tempo, un moderno presepe che torreggia sulla Valle delle Messi.
La salita è dolce e l'incedere solitario, man mano la vallata si apre regalando scorci bucolici, alla mia destra, parallelo alla strada asfaltata, l'antico percorso carrabile della Tonalina sale lungo il versante opposto dell'Oglio Arcanello.
Sbircio sul GPS il punto di congiunzione tra le due vie, proprio al termine di Case di Viso, in futuro da preferire in quanto fuoristrada nel caso si salga da Ponte di Legno.
Un breve falsopiano ed ecco presentarsi in tutta la sua pacatezza e armonia il borgo ristrutturato di Case di Viso, anticipato da un piccolo e prezioso cimitero e dal parcheggio proporzionalmente spropositato rispetto la ristrettezza dell'abitato.


Case di Viso

Sapientemente costruito ai lati del torrente, si può procedere lungo il viottolo principale ammirando la perizia dei restauri, una quarantina di abitazioni pressochè disabitate e un piccolo bar giacciono pacifiche sul verde letto di pascoli solcato da tranquilli ruscelletti.


Case di Viso

L'asfalto lascia il passo alla ghiaia fine, si scorge il percorso proseguire arrampicandosi con ampie tornate verso la Conca del Montozzo, a quota 1900 è affisso il divieto di transito veicolare in prossimità dell'ultimo, più modesto, parcheggio.
Ora si fa sul serio, il fondo peggiora e la natura di mulattiera militare emerge prepotentemente tornante dopo tornante, impossibile non esaltarsi alla vista del borgo e della vallata che rimpiccioliscono man mano che si avanza.


La vallata di Viso


Si sale ai piedi del monte Ercavallo
Raggiungo un gruppetto di tedeschi in mtb, hanno un buon passo, ma la smania di raggiungere la meta fa sì che in breve li distacchi con la possibilità di scattare qualche foto in loro presenza qualche metro più sotto.


I tornanti della mulattiera che sale al Montozzo


Tipica roccia di origine magmatica (tonalite)


Un'invitante panchina panoramica
Il fresco aiuta e nonostante alcuni strappi vicini al 20% raggiungo in breve la Conca del Montozzo, nella cui depressione sorge l'omonimo Laghetto e il rifugio Bozzi.



Conca del Montozzo


La conca del Montozzo con l'omonimo laghetto
Segni del primo conflitto mondiale sono ovunque, dai resti di ricoveri, se non di una vera e propria cittadella, alle trincee e alle croci commemorative.


Croce commemorativa nei pressi del rifugio Bozzi


La conca del Montozzo col laghetto e il rifugio Bozzi
La Forcellina di Montozzo, ampio passaggio tra la Punta omonima e la Punta D'Albiolo a quota 2615 è poco oltre ma piuttosto in alto, lo stradello si fa eccessivamente ripido e richiede un minimo di spinta e circa 15 minuti per raggiungerla.


La Forcellina del Montozzo
Dal passo la vista si allarga fino alle vette di Ercavallo e ai ghiacciai di Punta San Matteo, mentre ai miei piedi un'ambia vallata a imbuto scende gradualmente verso Pian Palù, venata da tanti rivoli e qualche pozza d'accumulo.



Forcellina del Montozzo


La vallata ai piedi della Forcellina del Montozzo


Vette meridionali del gruppo Cevedale-Ortles
Il sentiero scende inizialmente semplice dapprima affiancando le trincee di cresta e di confine tra Lombardia e Trentino e poi guadando rivoli rocciosi in vaste praterie erbose.


Trincee di crinale alla Forcellina del Montozzo
La piana prosegue e per un oltre un km il sentiero sarebbe pedalabile anche in salita, fino a quota 2400 ove si precipita letteralmente a valle.


Si guadano un paio di ruscelli
Il torrente scava un marcato canyon lungo le pareti occidentali del Redival, mentre in basso, molto in basso, l'invaso di Pian Palù compare magnificamente blu tra le fitte abetaie. 


Piccolo canyon ai piedi del Redival


L'invaso di Pian Palù
Di fronte, un'interminabile successione di creste e vette innevate segna il confine meridionale del gruppo Cevedale/Ortles e mette una barriera insormontabile ad ogni mira escursionistica.


Si scende senza problemi direzione Nord 


Vette aguzze, forse Punta della Forzellina


Vedretta della Forzellina
Il sentiero si fa finalmente più tecnico, in breve si perdono circa 250 metri di quota fino a giungere ad un bivio in cui opto per il tracciato di sinistra, considerato più adrenalinico.


Single track vista lago di Pian Palù
Una serie di tornanti stretti scavati nella roccia e una cornice floreale giallo e viola a strapiombo sul lago mi convincono della giusta scelta, il finale più spassoso su terriccio e radici in breve conduce alle sponde del lago artificiale, percorse da una semplice sterrata turistica.


Variante a tornantini vista lago
Lago di Pian Palù
Col senno di poi, il bello del giro termina proprio qui, anche se siamo solo a metà, forse meno: in ottica futura conviene risalire a spinta per il sentiero ignorato al bivio precedente, affrontare il tratto ripido fino alla piana a 2400 e poi tutto pedalato fin quasi alla Forcellina per ridiscendere una delle tante discese sul versante di Ponte di Legno.
La mia scelta ricade invece sul classico anello che dopo tanti km conduce al Passo del Tonale e quindi giù a Ponte di Legno seguendo la DH facile.
Il primo tratto non è malaccio, il sentiero 110 che sovrasta il torrente Noce Nero presenta un'incedere tortuoso e le insidie principali sono le radici bagnate nel fitto bosco, un tratto a spinta di quasi 10 minuti e poi giù nel greto del torrente.
Da qui in avanti, con qualche variazione sul tema in discesa lungo piste da sci, la traccia segue strade secondarie, provinciali e ciclabili, tutto asfaltato, passando per Peio Fonti, Cogolo e Fucine, punto più basso del percorso a quota 1000 circa.


Ciclabili da Pejo Fonti a Fucine
Sarebbe possibile trovare alternative, ma il tempo stringe e i km e il dislivello nelle gambe cominciano a farsi sentire, per cui inghiotto il boccone amaro e mi ritrovo in circa un'ora a risalire in direzione Passo del Tonale, ovviamente optando per le varianti off-road.
Non pago dello sterrato che risale il corso del torrente Vermigliana, mi avventuro in alcune varianti tutte ciclabili, ma che mi obbligano a perdere e recuperare quota più del dovuto (e voluto). La progressione verso il passo diventa un piccolo calvario, anche a causa della mia avversione alle strade sterrate troppo ripetitive.


Si risale il corso del torrente Vermigliana
Ogni tanto si apre uno scorcio verso il Presena e il suo ghiacciaio praticamente scomparso. 


Massiccio della Presanella

Ormai giunto allo scollinamento, vario seguendo la Torbiera biotopo del Tonale, finalmente libero da vincoli di traccia e infatti mi diverto molto seguendo un sentiero immerso nel verde, tra fiori rosa e ponticelli di legno.


Biotopo torbiera del Passo del Tonale
Biotopo torbiera del Passo del Tonale
La vista degli orridi palazzoni del Tonale non inficia più di tanto la bellezza del paesaggio circostante, semmai acuisce inesorabilmente la mia convinzione riguardo la stupidità umana...
Da quota 1900 imbocco, dopo un paio di tentativi infruttuosi, la DH Rossa facile che porta giù a Ponte di Legno: tratti lavorati nel bosco con toboga, salti e compressioni si alternano a veloci picchiate lungo le piste da sci, in meno di 30 minuti si è giù a valle lungo la ciclabile e la civiltà...


Finale in passerella della DH Tonale - Ponte di Legno
Schivando pedoni "zombie analfamorfi" (non in grado di distinguere i disegni sull'asfalto che indicano corsia pedoni e bici...) giungo nel centro abitato e da lì risalgo un altro piccolo calvario di 150 D+ verso Villa Dalegno e la sua quiete...

In totale sono quasi 70 km e poco più di 2800 metri di dislivello.





Link Strava
Link Relive

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