30.07.2017 - La tanto attesa giornata di sole e cieli limpidi si è fatta attendere, forti temporali nella notte hanno ripulito l'aria e inzuppato ulteriormente il terreno.
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Villa Dalegno |
Con queste premesse mi appresto ad affrontare quello che ritengo il più bell'itinerario della stagione, da inserire nella ristretta cerchia di giri MTB da percorrere almeno una volta nella vita.
Se proprio si vuol cercare il pelo nell'uovo, salire al Passo Gavia di domenica a fine luglio non è proprio la scelta ideale, tanti bikers motorizzati si cimentano nell'ardua impresa di ingrassare 5 kg nei ristoranti al Passo, allietandomi l'ascesa col loro inconfondibile, piacevole e soprattutto potente rombo...
La partenza è anche per questo motivo anticipata, alle 8 puntuale sono in sella da Villa Dalegno, solito tratto mangia e bevi passando da Precasiglio fino ad intercettare la provinciale del Gavia all'altezza di Ponte dei Buoi.
Da qui in su in circa 15 km si guadagnano oltre 1200 metri D+, i tratti più ripidi sono subito all'inizio e in seguito quando la carreggiata si restringe e affronta vari tornanti stretti nel fitto bosco.
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Finalmente si esce dal bosco, quota 2200 |
E' necessario pazientare e godersi l'aria frizzante del mattino, quando la vista si apre sulla vallata e verso le cime più alte superata quota 2200, il più è fatto...
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Galleria affiancata dalla vecchia strada militare |
Si affronta un tratto della vecchia strada militare sterrata per evitare la buia galleria, caratteristica la cappella votiva e il ricordo della sciagura di un camion militare precipitato causa cedimento del terreno proprio in quel passaggio.
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Ricordo ai Caduti di Guerra |
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Vignetta rappresentante la tragedia |
E' incredibile come una minima deviazione dalla rotta principale muti totalmente la prospettiva: la quiete e il rispetto per la montagna, il silenzio e la possibilità di contemplare in tranquillità le meraviglie che mi circondano, tutto questo a pochi metri da un tunnel che inghiotte momentaneamente il caos e il disturbo della quiete.
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Sulla vecchia strada militare |
Sogno un immaginario "Gavia Day", in cui le strade sono aperte ai mezzi motorizzati dei turisti solo una volta all'anno, mentre il transito regolare è consentito esclusivamente ad escursionisti e MTB bikers, per gli stradisti deroghe nel caso raccolgano gli involucri di gel, barrette e doping vari che usualmente depongono con innata sensibilità sul ciglio della strada.
Scorgo in basso una flebile traccia, presumo possa essere la discesa che affronterò al ritorno, mi chiedo quanto possa essere ciclabile con le recenti piogge, ma è un problema relativo che rimanderò al pomeriggio... ora mi restano gli ultimi km per il passo, un necessario purgatorio per liberarmi letteralmente nella successiva traversata paradisiaca.
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Le caratteristiche "corna" che sovrastano Passo Gavia |
Sulla sinistra appare, consolatorio, il Lago Nero, pregevole laghetto glaciale ai piedi del Passo, le cui acque rese scure dal gioco di ombre dei monti circostanti la conca danno origine al nome.
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Lago Nero |
Salendo qualche tornante, l'acqua di un blu intenso si staglia sublimamente sulle rocce circostanti, l'assenza di rifugi ne preserva una certa integrità, sarà piacevole scenderne al ritorno i contorni.
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Ai piedi dei rifugi del Gavia |
Superato da un paio di stradisti che osservano imperterriti esclusivamente il contachilometri e rientrano bellamente sui propri passi verso valle dopo aver tagliato il traguardo del valico e indossato una mantellina anti-vento nella speranza i recuperare secondi in ottica KOM, giungo anch'io, fresco come se fossi appena partito, ai 2618 metri del Passo Gavia.
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Laghetti e Presanella dal Gavia |
Lo spettacolo è grandioso.
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Lago Bianco dal Passo Gavia |
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Lago Bianco e torrente Gavia |
Il ghiacciaio dei Forni verso Punta San Matteo è proprio di fronte e sovrasta le chiare acque del laghetto Bianco e i verdi declivi sulla piana venata dai tanti rivoli da disgelo confluenti nel torrente Gavia che scende tranquillo in Valfurva.
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Il ghiaccio di Punta San Martino
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Torrente Gavia |
Il caldo in quota e le piogge hanno ingrossato notevolvente il corso dei ruscelli, ma mai a tal punto da potermi minimamente immaginare quanto poi assisterò in futuro man mano che scenderò a valle.
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Gavia |
Circondato dal Monte Gavia a ovest, dal Gaviola a sud, dal Corno dei 3 Signori a est e con di fronte lo spettacolo appena descritto, devio momentaneamente verso la Madonna delle Vette dedicata ai ciclisti, ove si trovano anche i busti celebrativi di Coppi e Torriani.
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;Luogo |
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Madonna delle Vette |
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Busto di Fausto Coppi |
Il capannello di bikers e turisti si accalcano nei pressi dei 2 ristoranti, qualcuno osa salire fino al monumento commemorativo sito 10 metri più in alto, uno sparuto gruppetto di escursionisti risale un sentiero verso quella che era la Vedretta della Sforzellina, ormai estinta.
La bolgia rumorosa ai miei piedi mi disturba assai, un paio di foto e quindi via verso la solitudine!
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Il Passo Gavia visto dalla conca del Lago Bianco |
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La piana lacustre ai piedi del Gavia |
Opto per dirigermi verso la piana dolce e a tratti lacustre ove si forma il torrente Gavia, senza traccia alcuna il percorso è libero ma sufficientemente ciclabile, giungo sulle rive del Lago Bianco pochi metri dalla strada per poi mestamente rientrarvi.
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Cappella nei pressi del bivio Sentiero della Pace |
Perdo un pò di quota fino al successivo rifugio ristorante con annessa pregevole cappella in pietra, da lì, a destra, parte il Sentiero della Pace 525, una numerazione che è già di buon auspicio (a Fanano il 525 è Cima Tauffi - Madonna del Ponte...).
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Ponticello sul Gavia |
Superato il Gavia dal corso ancora decisamente tranquillo tramite un ponticello in legno, il sentiero prosegue mezzacosta per poi scendere più deciso a valle.
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Mezzacosta Sentiero della Pace |
Ora sì che si ragiona! Lo scroscio impetuoso delle acque che cominciano la loro repentina corsa pone un'insormontabile barriera acustica a quanto proviene dalla strada e dal mondo civilizzato e consente di immergermi totalmente in una realtà a me tanto cara.
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Torrente Gavia |
Un canyon profondo decine di metri è ora solcato dal Gavia, le cui acque chiare scavano con incredibile forza le rosee pareti circostanti; seguendo la traccia ho la fortuna di poter assistere a questo spettacolo della natura da una posizione incredibilmente privilegiata e soprattutto, in totale solitudine!
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Il Canyon scavato dal torrente Gavia |
Proseguo alcune centinaia di metri incredulo e quasi stordito da tanta bellezza, quando all'improvviso, giunto su un versante più stretto e appartato, lo scroscio delle acque si fa impetuoso e, se possbile, minaccioso.
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Forza della natura |
Quasi timoroso di svegliare o irritare chissà quale forza ancestrale, mi dirigo rispettoso verso la fonte di tale potenza naturale.
Il Rio del Dosegù, nel suo corso impetuoso scavato nella roccia, tramite varie cascatelle interseca il sentiero e affluisce nel Gavia ingrossandone ulteriormente la portata.
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Nei pressi del Ponte di Pietre |
Il passaggio è garantito dal Ponte di Pietre, un arco naturale scavato dal rio e rafforzato dalla mano dell'uomo, una visione che lascia letteralmente a bocca aperta.
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Ponte di Pietre |
Pare di essere immersi in un documentario sulle origini della Terra, tanta e tale è la forza sprigionata dalla Natura, al contempo risibile la mia insignificante presenza.
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Il Rio Dosegù si getta a valle |
Testimone attento di un processo erosivo incessante, posso solo immortalarne la scena con vari scatti fotografici e un paio di video, ma aver vissuto in prima persona una simile esperienza è cosa decisamente irripetibile e indimostrabile.
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Sopra il Ponte di Pietre |
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Gola torrentizia |
Irretito dallo spettacolo, perdo quasi la cognizione del tempo, so che devo proseguire, la strada è ancora lunga e potrebbe riservare altre piacevoli sorprese.
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Saliscendi piacevoli... |
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Altre cascatelle |
Si continua su piacevole sentiero mezzacosta, in lontananza il rombo dei motori è molesto come il ronzare di zanzare, svoltato un altro versante, il fragore è, se possibile, più assordante del precedente al Ponte di Pietre!
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Sempre a strapiombo sul torrente |
Una cascata esondante sul sentiero, gonfia dallo scioglimento di neve e ghiaccio, mi si para innanzi.
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ops c'è da guadare |
Qua non c'è ponte che tenga, è necessario guadare: scelgo con cura la via più agevole, avvolto dagli spruzzi e dalla nebbiolina umida che circonda il passaggio, attento a non scivolare in un tratto ove la corrente è piuttosto impetuosa.
Ne esco incolume, solo in parte bagnato e infreddolito, la bici pulita come fosse nuova, un sorriso distensivo a contornarmi i lati del volto, pronto a riprendere il cammino e ad asciugarmi al tiepido sole.
La traccia si fa meno ciclabile, caratterizzata da ripide discese e altrettanto erte risalite, all'ennesimo cambio di versante, ormai preparato al peggio, sono pronto all'ennesima traversata.
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Ultimo guado con cascatella
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Per mia fortuna, l'ultimo guado, forse il più estremo, viene superato da una provvidenziale opera artificiale: un comodo ponticello in legno è posto alcuni metri davanti all'ennesima dirompente cascata, solo umido vapore ammanta il comodo passaggio.
In parte assordato dalla potenza delle acque, risalgo velocemente per immortalare anche questo mirabile scorcio naturale, mentre in direzione opposta, finalmente, mi si apre un'eccezionale veduta sulla Valfurva.
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La Valfurva |
Subito a sinistra un bel sentiero scende verso il Ponte delle Vacche che si erge su una stretta gola scavata sempre dal Gavia ai piedi della strada provinciale, per poi rientrarvi in leggera salita.
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Bivio Ponte delle Vacche |
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SdP |
Valuto i tempi, per fortuna posso continuare fino a valle lungo il Sentiero della Pace e le sue innumerevoli sorprese.
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Ultime cascate lungo il SdP |
Si prosegue mezzacosta in parte ciclabile veleggiando intorno quota 2400 fino al Dosso Tresero, ove un altro sentiero (561), assai invitante, scende con pregevoli tornantini su fondo scorrevole direttamente a Santa Caterina Valfurva.
Anche in questo caso opto per proseguire lungo il SdP verso nord est ai piedi del massiccio del Cevedale, fino a rientrare dopo tanti km in una bella pineta a strapiombo sulla valle.
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Verso la Valfurva |
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Ultimi tratti SdP |
Ormai siamo al termine della traversata, in traccia avevo previsto addirittura una salita fino al rifugio Pizzini seguendo una forestale da quota 2200 a 2700, ma il tempo è tiranno e rimando le velleità al prossimo anno, quando, salvo imprevisti, farò tappa per una settimana a Bormio.
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Alti pascoli della Valfurva |
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Si torna alla civiltà |
Rientro su bel sentiero a tornantini stretto fino a case Cerena, ove incontro dopo oltre 3 ore in perfetta solitudine, i primi 2 escursionisti di giornata.
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Case Cerena |
Risalgo un sentiero solo in parte ciclabile anche per la presenza di tante radici umide a strapiombo sul corso del torrente Frodolfo, quindi mi rilasso alcuni km seguendo la ciclabile che porta a Santa Caterina.
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Sentierino a strapiombo sul torrente Fradolfo |
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Torrente Fradolfo, scava la Valfurva |
Riesco ad evitare il passaggio in paese risalendo tracce ciclabili in loc. la Sella e immettendomi sulla provinciale del Gavia al primo tornante.
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Si risale al Gavia dalla Valfurva |
Il sole ora scalda decisamente, di primo pomeriggio e dal versante sondriese non salgono tante moto, al contrario vari stradisti, decisamente meno competitivi di quelli incrociati in mattinata, affrontano l'erta. Gasato e rinfrancato dalla tabella di marcia finora perfetta, salgo di buon passo superandone alcuni, per poi farmi raggiungere e distanziare nei vari momenti dedicati agli scatti fotografici.
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Salita al Gavia dalla Valfurva |
L'ascesa è lunga, da quota 1800 si ritorna a 2600, fretta non ne ho, certo non posso pretendere chissà quale contorno, sto pur sempre risalendo una strada provinciale aperta al traffico.
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A strapiombo su Ponte delle Vacche |
Sosto in uno spiazzo sovrastante il Ponte delle Vacche ove giungeva il primo sentiero di rientro di giornata, appuntato per anno prossimo, quindi riprendo affiancando il lago Bianco e svalicando al Passo Gavia sempre in totale relax.
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Ghiacciaio di Punta San Matteo |
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Ai piedi di Passo Gavia, lato Valfurva |
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Lago Bianco |
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Lago Bianco |
Ora la calca è meno opprimente, lo stesso mi affretto a lasciare il Passo scendendo un primo tratto dell'Alta Via Camuna, poco ciclabile, fino al tornate sottostante.
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Si torna in Val Camonica |
Per evitare ulteriore perdite di tempo, perdo un pò quota su asfalto fino ad intercettare la comoda forestale che porta al Lago Nero.
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Lago Nero |
Nuvole di umidità si accalcano ora sulle vette che attorniano la Valmalza fino a lambire le sponde dello specchio d'acqua da cui nasce il fiume Oglio.
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Punta Gavia |
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Nasce l'Oglio |
2 sono le possibilità di rientro, una volta ristrettasi la carrabile a sentiero nei pressi del lago: proseguire lungo l'AVC in mezzacosta prima al bivacco Linge poi al rifugio Valmalza, oppure gettarsi direttamente a valle lungo il 57.
La certezza di non incontrare nessuno, i tempi più spediti e i quasi 200 D- in sentiero in più rispetto alla prima opzione mi fanno optare per l'impegnativa traccia segnata Ciclovia.
Il tracciato è adrenalinico, peccato il fondo sia molto bagnato, sovente le rocce viscide mi impongono cautela e alcuni passaggi li affronto a piedi, sarebbe da stupidi rovinarsi la giornata proprio sul finale.
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Discesa CAI 57 |
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Fine discesa |
In breve tempo plano sulla vasta conca prativa nei pressi di Sant'Apollonia, proseguo lungo la carrabile affiancando la borgata di Cà degli Orti, potrei variare off-road fino al Ponte dei Buoi ma le energie, più mentali che fisiche, scarseggiano e opto per un rientro tranquillo a Precasiglio, quindi solita via crucis fino a Villa Dalegno.
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Area Picnic nei pressi di Cà degli Orti |
In totale sono poco oltre 60 km x 2800 D+
LINK STRAVA