mercoledì 7 dicembre 2016

Ode all'Alpe, si gode!!!



Di buon ora a Riccovolto,
ci sta il Pazzo, già sconvolto!
Breve pausa nel baretto,
la visione fa un pò effetto!
Mogi mogi ce ne usciamo
già nostalgici dell'amo:
anche oggi non si pesca,
ma la storia è assai fiabesca.


Prima rampa ed è in discesa, 
cresce e logora l'attesa. 
Lassù in alto si ha da andare
per poter poi giù raidare.
Solo il Matto può capire
ciò che or ora sto per dire.


Il paesaggio è affascinante
la foschia non ostante,
tutto intorno si è in Romagna,
come inizio, ci si bagna.
Uno sguardo dal balcone,
laggiù in basso c'è il Dragone.
Più lontan si vede male,
tra le nebbie sta il crinale,
dal reggiano al modenese,
facciam foto a più riprese.




L'erta è ripida e costante
per le gambe è ben scaldante,
c'è chi parla di meccanica
e chi invece brama l'Af(r)ica...
Tra il silenzio generale,
qua par essere abituale,
ha un valor da patrimonio
la borgata Sant'Antonio.




Tutto il periplo è selvaggio,
a star qua ci vuol coraggio,
case, ruderi e macerie
è perfetto per le ferie!
Una fonte zampillante
per la sete assai importante,
salutiamo senza spasmi
il paese dei fantasmi.




Superato l'oratorio
il percorso è ondulatorio,
quando ecco all'improvviso
una sagoma e un sorriso.
"Spara pure dietro al Pazzo
è toscano, gli fa un hazzo!"
Salutato il cacciatore,
è terren da scalatore.



Tratti a spinta o bici in spalla
tra ruscelli stiamo a galla,
per sbucar poi finalmente
in un tratto divertente.
Vasti prati e gran vedute,
segni e tracce ormai perdute,
proprio sopra a un bel dirupo
sta cagata, sì, è del lupo!



Aggirare la montagna
è per noi una gran cuccagna,
saliscendi e tratti stretti
quando meno te li aspetti,
il final da adrenalina,
dopo un pò va in naftalina.








Son le Caldie, son tre case
del gran monte fan la base
or ci aspetta un tratto lento,
per fortuna non c'è vento.
Si pedala a ritmo blando
ecco il sole, sto sudando!




Accaldati siamo a un bivio,
Matto scatta per l'abbrivio:
questo tratto è uno scapicchio,
porta in fretta al Cagapicchio.
Pazzo sosta pè gran seduta,
Guru scalpita e poi scruta.




Ci inoltriam in mezzo ai faggi,
di un bel sol filtrano raggi.
Già sopita la calura,
siamo presto alla radura.
Questo luogo, il Lagaccione,
gran veduta ha del Cimone,
dalle nebbie ahimè celata,
necessaria ripassata.




Molto breve è la distanza,
Pazzo sale con baldanza,
rocce alberi e radici
freddo cane, cieli grigi,
a noi tutti fa gran gola
conquistar l'Alpesigola.





Dalla vetta è una disdetta,
son già stato, da a me retta:
con il sole e il cielo terso
il discorso è ben diverso.
Niente Cusna, niente Apuane,
neanche l'ombra di p...oiane.




Tra la nebbia triste e uggiosa
c'è una cresta favolosa!
Dalla piana sommitale
si percorre un gran crinale.
Stretto, ripido e affilato
tutto nostro l'agognato!






Chi si lancia, chi si perde,
te lo immagini col verde?
Chi si ferma e chi va giù,
te lo immagini col blu?
Chi si esalta e chi si duole,
te lo immagini col sole?






Con innata noncuranza,
scende il Pazzo e un pò ne avanza,
dopo poco arriva il Matto
per il Guru qualche scatto.
Giunge tosto un'ovazione,
precipizio e ripidone,
lascia andar, molla i freni
son crinali proprio ameni!








Or deviam contropendenza
Guru perde l'aderenza,
con le ruote parallele,
alla fine tutto bene!
Siamo al bivio di giornata,
già passato in mattinata.










Procediamo ormai gasati
ove mai eravam stati,
la variante assai invitante
ci cattura in un'istante.
Il percorso si fa duro,
ci si butta giù da un muro,
fino al guado di un ruscello
ove termina il più bello.




Questo è un luogo degno d'elfi,
dai scattiamoci un bel selfie!
Sopra il greto del torrente,
ci si atteggia alacremente,
per restare immortalati
sulle rocce arrampicati.





Giro tosto, giro lungo,
ci mancava solo un fungo!
Poco oltre, ben celata
ci mancava la cascata!
Si risale leggermente
alle Caldie immantemente.

Cinquecento sgangherata
in rovina è abbandonata.
Poco oltre rossi e blu
i segnal ci portan giù.
Mulatrial questo è il nome
a noi piace tanto, eccome!

Rosso cerca il Pazzo ansioso,
ma il final è generoso.
Più tranquillo e pedalabile,
da chiunque è affrontabile,
fino al ponte sul Dragone
ci si arriva giù a cannone!




Si riparte un pò in salita,
la discesa è ormai finita,
ma sorprese arriveranno
anche senza compleanno!
La variante cerca il Guru
e la trova di sicuru...
Si abbandona il tristo asfalto
per boscaglia e me ne vanto!

Con il Pazzo ormai agli estremi,
non finiscono i problemi,
lunga l'erta, fa un pò male,
per raggiungere le pale.
Prima ancora c'è una svolta,
la Madonna Pietravolta.
Una sosta, una preghiera,
si riprende in mulattiera.



Or fa freddo, nulla visuale
tutto è grigio, tutto è uguale.
Il paesaggio morto e inerme,
pur le pale sono ferme!
Nella nebbia assuefazione
sopra il ciglio del burrone.




I segnali ben celati
son ben presto ritrovati.
Alla grande delusione
ecco tosta eccitazione!
Il crinale a precipizio
è del Pazzo innato vizio,
mentre il Matto lo rincorre
per il Guru son zavorre!




Giunti lesti ad un gran salto,
ecco lì un pò mi esalto,
salutando con baldanza
prima di riaprir la danza.
Un odor di calda fonte
mi distrae, ma non a monte.
Giù dal basso a ben vedere
è del Matto lo sfintere!




Ad un bivio mal segnato
ci perdiam il disegnato,
ma ad aver un occhio lesto
il percorso è proprio questo.
Discontinuo ed infinito,
questo trial è proprio un mito,
da tracciare lentamente
in giornata più clemente.




Ecco spunta un casolare,
manca poco da calare,
giù la strada provinciale
pone fine al dì speciale.
E da lì poco distante
ricompare il ristorante.

Il ristoro è necessario,
alla fin è un pò un calvario,
mentre il Pazzo va di rum
la speranza è per zum zum.
Ma il bel sogno è presto desto,
ci troviam fuori contesto:
saldo in fretta il magro conto
e qui termina il racconto.




PS 32km x 1600

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