martedì 8 novembre 2016

Gola del Furlo

Fine settimana all'insegna del maltempo, piogge diffuse al sabato rendono i terreni emiliani impraticabili, le previsioni per domenica sono, se possibile, peggiori.


Dopo uno studio maniacale tramite consultazione online di vari siti meteo, alcuni indovini e un paio di esorcisti, per domenica pare si salvino (escludendo a priori l'Emilia per impraticabilità di campo) la Liguria occidentale, troppo distante in giornata, e le Marche.

Preparo con la consueta meticolosità la Scott, chiudendo un paio di buchi al copertone posteriore dovuti alla perdita di tasselli, con toppe da camera d'aria, controllo che le pastiglie dei freni non producano scintille, lo sterzo gira, le ruote pure, perfetta!


Non mi rimane che la lunga ed estenuante procedura di selezione pasto...2 o 3 banane, questo è il problema! Consultati i siti BioritmoFaiDaTe.it e OroscopoMtb.org mi viene pronosticato che nubi minacciose si addenseranno sul mio futuro odierno (cit. Elio) e che improvvise crisi di fame potranno colpirmi dal 33° al 34° km. Facciamo 3 banane e non se ne parla più, per sicurezza aggiungiamo anche mezza barretta stagionata 36 mesi di ritter cacao-nocciole.

L'itinerario non è un problema, conosco bene la zona, poi nel dubbio si improvvisa, inutile preparare la traccia che immancabilmente verrebbe stravolta, se no che gusto c'è !?!

Il compagno d'avventura è ormai sempre lo stesso, solo Gianni potrebbe accettare proposte azzardate a oltre 2 ore di auto...e così fissiamo il ritrovo ad un orario decente, poco prima delle 7, tanto anticipare ulteriormente ci avrebbe sicuramente portato in braccio a temporali.


Puntualissimo alle 6.53 arriva AmbroGianni in perfetta tenuta da autista, con Pocket Coffee al posto dei Ferrero Rocher, breve rabbocco di carburante (di nascosto aggiungo un centone alla dose, sapendo che la meta non è proprio dietro l'angolo...) e alle 7.04 imbocchiamo l'A1 direzione Bologna, A14 Fano, Fossombrone, Cesane, Gola del Furlo.

Il meteo non è proprio incoraggiante. A Modena Sud inizia una densa nebbiolina con pioviggine, a Bologna pare aprirsi, ma verso la Romagna la vediamo nera, letteralmente.
La tensione sale, invento aneddoti riguardanti flussi migratori di fantomatici uccelli paduli che indicherebbero schiarite imminenti...e le temperature paiono darmi una mano, salgono velocemente fino quasi a 20°C, la quiete prima della tempesta.
So bene che non è un buon segno, a breve si scatenerà l'inferno, troppo contrasto freddo/caldo...sorvolo e racconto barzellette, Gianni pare tranquillo, ride non carpendo l'ironia ben celata, ignaro di quello che ci attende...
Le nuvole al contrario non ridono, sono davvero incumulate nere, si organizzano come per vendicarsi del mio oltraggio e da Imola cominciano a scaricare.
A Rimini piove veramente forte.
A Pesaro diluvia.


Si cercano squarci di sole, vanamente, Gianni intravede una zona che parrebbe poco perturbata...alle nostre spalle...la meta invece è proprio verso il Nulla, direttamente da "La Storia Infinita".
Siamo a Fossombrone, il nome un programma, avevo previsto di partire proprio dal borgo medievale, ma sta venendo giù il mondo... ci fermiamo titubanti in cerca di un riparo, impossibile trovare bar aperti nei paraggi, tutto è buio, abbandonato e desolato lungo lo stradone sdrucciolevole trasformatosi in torrente impetuoso.

A un certo punto incontriamo una strana imbarcazione procedere speditamente in direzione opposta alla nostra, alla guida un anziano signore dalla lunga barba bianca, a bordo tante coppie di animali terrorizzati protetti da k-way multiforme.
Ad occhio proviene dalla Gola del Furlo, non sapevo che il Circo Togni avesse una data da queste parti...non faccio in tempo a distrarmi un attimo e Gianni si tuffa in preda al raptus dell'Ironman!


Lo ripesco mostrando un'esca a cui non può resistere, sul cellulare imposto uno dei soliti video di Matte...
Il successivo avvistamento di salmoni che navigano seguendo l'arca in direzione mare, non è incoraggiante.

Mi arriva la richiesta di accettare la condivisione di un file .gpx sul garmin, provenienza Delfini_Wireless, la accetto, è uno strano percorso a forma SOS... troppo corto per i miei gusti, lo ignoro ed elimino immediatamente.


Proseguiamo contro corrente, imperterriti, seguendo la cometa (a Gianni ho spiegato con fare supponente da Guru DOCG che in particolari circostanze, la rifrazione dei raggi emanati dalla stella, può vagamente ricordare fulmini e saette...)
Tutto però ha un limite, Gianni comincia a porsi delle domande quando mi sorprende sgranare il mono-corona recitando sottovoce il rosario...

Giungiamo all'imbocco della Gola, un semaforo rosso per un durata interminabile di minuti segnala il passaggio di... tronchi guidati da castori inseguiti da Bear Grylls in precario equilibrio! L'attesa è infinita, così come la pioggia battente e la storia che mi appresto a raccontarvi.


Il segnale verde ci coglie di sorpresa, il primo pensiero va ad una pattuglia aliena pronta a sodo... ehm... ispezionarci, ma è solo un attimo, delusi per la mancata eccitante esperienza, riprendiamo il tragitto.

La gola è impressionante, fa davvero paura, ci si incunea tra pareti imponenti, il corso d'acqua ha una portata degna del Rio delle Amazzoni e minaccia di esondare da un momento all'altro.


Cascatelle improvvise scendono da ogni parte lungo le scoscese sporgenze, probabilmente un getto caldo a questo punto è sceso pure dai nostri pendii...

Pare di essere sul set del catastrofico film 2012, con effetti speciali ulteriormente ottimizzati grazie alla tecnologia Real World 2016, evitiamo massi, crepe ed eruzioni cutanee dovute allo stress, prima di interrompere bruscamente la corsa in uno spiazzo fangoso di sabbie mobili aggressive.
Sprofondando nell'oblio dei sensi, avvistiamo un neon lampeggiante a intermittenza, BR ADE, paura inferno! per noi è proprio finita...
Il sintonizzatore impazzito trasmette ossessivamente Radio Maria, chiudiamo gli occhi in attesa del giudizio universale...

Da un angolo remoto del nostro cervello percepiamo passi furtivi in avvicinamento, simili a zoccoli di destrieri infernali, nocche avvizzite squarciare le lamiere della povera auto di Gianni, voci dall'oltretomba giungere minacciose e incomprensibili, attutite e storpiate dal frastuono esterno.
Apriamo gli occhi... siamo ancora vivi o stiamo percorrendo la scala per il paradiso !?!

Due biker in Lycra (come piacciono a voi golosoni NB GURU) e scarpette con le tacchette a spillo rumorose ci scrutano perplessi e timidamente salutano indicando il BAR PIADE proprio di fronte al parcheggio, mentre dall'autoradio i Led Zeppelin concludono in crescendo il loro bravo più celebre, guadagnandosi la frequenza sulle elettro-radiazioni di Radio Maria, il vero e unico castigo divino per noi poveri umani.


Scendiamo, piove, ma con minor intensità.

"Allora non siamo gli unici a girare da queste parti"
Risata generale, ovviamente isterica.
Stanno rientrando, pare abbiano un problema meccanico, solo il nolo-bike "PietroAlato, il Paradiso del Biker", sito poco più avanti in paese, avrebbe la chiave giusta per risolverlo, ma non è ancora il loro momento, le porte sbarrate, l'accesso precluso.

Nell'attesa, indecisi sul da farsi tra un tuffo risolutore nel torrente e un torneo vita natural durante a pinnacolo con gli ottuagenari avventori del bar, entriamo a far colazione.
Il tepore del caminetto acceso è una manna dal cielo, mi scappa una battuta "Facciamo colazione in fretta, tra 5 minuti esce il sole" suscitando l'ilarità compassionevole della barista e ben 3 infarti ai vecchiazzi.
Il caffè bollente, la pasta ripiena alla crema, o meglio la crema con un pò di pasta all'esterno, sono sirene tentatrici che invogliano alla resa.

Da buon fan di Giovanni Lindo Ferretti, risuonano subitanee alle mie orecchie le note di "Forma e Sostanza" : "Comodo, ma come dire poca soddisfazione, soddisfazione signore!" (non ci crederete, ma stamattina, dopo aver scritto questa ennesima cagata, alla radio hanno passato proprio questo brano...ND GURU) così pago ed esco a pugni chiusi, muso duro e, per pan condicio, qualcos'altro di moscio per affrontare la tempesta.

Alzo gli occhi al cielo.

Non piove più!

Uno squarcio di azzurro tra le nubi, un raggio di sole, vento caldissimo,  Gianni che urla GAASSS GAAASS, tecnici dell'Hera che controllano le tubature in cerca di fughe, trovandole nei due biker in Lycra che sfrecciano sorridenti, chiavi in mano, dentro al torrente, irretiti dalla pentola d'ora in fondo all'arcobaleno.
L'istinto innato di biker ex corsaioli che è in noi ha la meglio, ipnotizzati non tanto dalle pantagrueliche ricchezze, quanto dalla brama di vincere la volata, raggiungiamo l'orlo del precipizio, pronti ad affrontare l'incredibile velodromo dalle 7 corsie multicolore.

E' un attimo, tutto si fa più nitido, l'arcobaleno con tutto il suo incredibile incantesimo scompare, e' arrivato il nostro miglior alleato, Garbino, il vento di libeccio adriatico!
Oltre a salvarci la vita, cosa di ben poco conto, spazza via le nubi meglio di Mastro Lindo, incredibile in 5 minuti il mutamento, mai quanto è avvertibile nelle nostre espressioni.
E solo per oggi 2 Garbini al prezzo di 1, spedizione aerea assicurata, consegna prevista dal pomeriggio, via monte Paganuccio 976!

Gianni intanto, imprudentemente, si asciuga le lacrime di gioia sulla maglietta leggera, rendendola inutilizzabile per il prosieguo del giro: dovrà sopportare quella a tenuta ermetica, con la scritta "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie".

In 17.3 secondi ci spogliamo e attrezziamo per partire in sella, meta Terrazza del Furlo e Monte Pietralata, sperando nella clemenza del meteo per un'oretta, almeno.



Convinco Gianni a lasciare in auto quanto c'è di superfluo, tanto ha già con sè abbastanza superFluo, i nuovi bragoni arancio catarifrangenti.


Una veloce telefonata per rassicurare familiari riguardo lo scampato pericolo e per  interrompere le ricerche delle squadre di soccorso e si inizia a salire di buon ritmo, fermandosi a scattare foto su foto e a deviare ad ogni stradello che conduce a presunti punti panoramici.


Le forti piogge non hanno minimamente intaccato il terreno iper drenante, schiviamo voragini colme d'acqua e scaliamo terreni Rampage come se non ci fosse un domani! (in effetti...).


Una variante all'itinerario prevede il passaggio di Cava tutt'altro che dimesso sulla cava dismessa, la vista della cascata invertita (non nel senso che si vede bene da dietro, ma dal fatto che forti raffiche di Garbino spingono le acque a risalire la montagna in getti di vapore), il mal di Gola per chi soffre di vertigini, la cura a a base di mentine naturali, aromi incredibili in quest'angolo di mediterraneo!


Un'altra variante con Duce alla "Terrazza del Furlo", lasciamo le bici parcheggiate per un breve tratto di trekking, sopra di noi scolpito nella roccia, il busto del Benito fa bella mostra di sè, sotto di noi, il precipizio nella Gola è notevole.



Rientriamo seguendo sentieri paralleli (per contratto non posso ripercorrere lo stesso sentiero due volte, come direbbe ogni buon discepolo buddista...) qualche burlone (Garbino, sei stato tu, vero !?!) ci ha spostato le bici, rianimo Gianni da un principio di infarto grazie alla pompetta Schrader (scena indescrivibile...)   e con un me ne frego in fondo al cuor proseguiamo verso la vetta.

Gianni scalpita, teme il bagnato, mi chiede se la discesa sarà su fondo roccioso, con nonchalance gli rispondo che siamo ai piedi del Pietralata, monte il cui nome, etimologicamente, deriva da "Pietra" e "alata" proprio perchè mentre sto finendo la frase Garbino mi scaglia contro un giarone acuminato...



Siamo ad una sella, abbandonata probabilmente da qualche cavaliere, visto che, come vedremo poi, da queste parti pascolano cavalli allo stato brado, selvaggio, indomito, senza sella (spero che a questo punto la battuta l'abbia capita perfino Poul...) e ci si può preparare per la prima discesa di giornata.
Gianni mi fa controllare la pressione dei suoi pneumatici marcati slick-no-water 2.1, un pò sgonfi, solo 4 atmosfere in confronto ai miei a 5.5, 2.4 rock-yes-war.


Si parte, Gianni scivola subito mettendo il piede sul pedale e sgonfia ancora liberando un getto d'aria che pulisce buona parte del tracciato dalle foglie.
Il panorama su Fossombrone è notevole, i boschi delle Cesane di fronte a noi, meta di una prossima incursione, terreno fenomenale winter-proof, sentieri drenanti sotto conifere mediterranee (a breve su questi schermi ND GURU).
Solo un ripidone viscido su radici intrecciate affioranti ghermenti forcellini ci mette in difficoltà, la planata sulla carrabile è veloce, breve ma intensa, perfetta per saggiare il terreno senza assaggiarlo.


Si risale bike-no-stress TM sospinti dal clima caldo e col favore di Garbino, di fronte a noi fanno bella mostra il monte Catria, 1701 massima elevazione umbra (ovviamente croce di vetta raggiunta quest'anno, ND GURU) e il Nerone (...GURU).
Il Nulla avanza, sospinto dal vento, temporali in avvicinamento da sud ci fanno accelerare il passo, Urbino illuminato dal sole è uno spettacolo architettonico.


Di nuovo l'arcobaleno!
In lontananza, giù a valle, scorgiamo un luccichio invitante e irresistibile, è la pentola d'oro!
Controllo il gps, deve esserci una traccia che scende in single track da quelle parti...si c'è ed è inedita!
Proprio mentre stiamo per deviare dalla retta via (che è sempre meglio della via del retto)
veniamo interrotti da 2 angeli custodi.
Sono i 2 biker in lycra, che ascesi al cielo, giungono rapidi sospinti dal Garbino su 2 nuvolette.
"Fuggite, sciocchi! Non scendete da quella parte, solo pianto e stridore di freni, la discesa è su larga carrabile e la pentola aurea è in realtà un falso, colorato dall'Uni Posca d'oro.
Immensamente grati alla premura del simpatico duo, proviamo a inseguirli, ma contro le loro bici eoliche è impossibile competere e ben presto li perdiamo all'orizzonte.


In compenso stiamo salendo attraverso una verde prateria sconfinata e incontaminata, le nubi sopra di noi volano ad un ritmo impressionante, in lontananza scorgiamo cavalli allo stato "bradipo" svegliarsi dal loro placido torpore e allontanarsi in fretta e furia.
Che il Garbino abbia portato loro le parole: "Quanto può valere un cavallo? 20000 euro?" e "potremmo catturarli e portarli dal macellaio per farne bistecche" !?!



La cima arrotondata del Pietralata a quota 889 ci consente un'ottima vista, la discesa nel tratto iniziale è contro-vento, si plana direzione sud verso il paese, lo scenario è entusiasmante.
Il fondo, dopo un'ora di vento impetuoso, è già secco e in condizioni perfette, si entra nel bosco e si ammirano i colori dell'autunno, oltre all'adrenalina per la discesa tecnica, ma come tutte le cose belle, dura fin troppo poco.


Rientriamo raggiungendo la carrabile fatta in precedenza e proseguiamo seguendo una larga traccia che si inoltra in direzione opposta.
So che sarà fin troppo facile per i miei gusti, ma ogni tanto un pò di relax non guasta (questa segnatevela, fino al 2017 non si ripeterà ND GURU).


Sosta snack alla grotta di Betlemme 2 dove improvvisiamo un presepe con tanto di bue e asinello, ruoli che siamo in grado di ricoprire con una certa naturalezza, poi altri panorami con vista sull'Adriatico (Gianni giura di aver visto una in topless! In realtà è uno dei tanti video passatogli dal Matte) e tratto conclusivo finalmente stretto e in parte tecnico.


Sorge a un certo punto un dilemma.
Proseguire per sterrata e finale in asfalto o testare una nuova variante inedita su sentiero impervio che sprofonda letteralmente nell'antro del Furlo?
Essendo questo un interrogativo retorico, dopo aver rassicurato più volte Gianni che oggi avremmo evitato tratti sposti e pericoli a causa del fondo viscido, imbocco il single-stret incurante di quanto ci attende.


Fatti 2 metri Garbino mi tende un'imboscata e scocca dal sua arco di Pietralata una scheggia di selce che si incunea tra i tasselli impenetrabili del mio copertone posteriore.
Siamo costretti alla sosta meccanica, sostituzione camera d'aria dopo aver estratto il corpo estraneo risulta vano il mio primo tentativo di suturare il buco con catarro raggrumato, ha invece successo l'utilizzo di una camera d'aria semi-nuova (entro le 5 toppe è semi-nuova, per me...).
In tutto questo tempo Gianni divora un paio di panini e una confezione di pocket-coffee, io, stremato dalle riparazioni, ingoio la prima banana...


Nonostante l'avvertimento ben evidente, ci inoltriamo nella gola, convinco Gianni a farsi in sella un paio di metri per la foto copertina di questa giornata e proseguiamo con tratti a piedi.
Calatici con doppio cordino per superare uno sperone roccioso, il sentiero si fa più divertente a tornatini da nose-press, non ci fosse il precipizio si potrebbe anche osare...
In breve piombiamo giù sulla strada asfaltata, evitiamo il drop di un metro dal muretto cementato e ci complimentiamo per l'impresa, mentre una volante ci sfreccia di fianco alla ricerca dei 2 pericolosi Lycra Bikers...



Siamo all'imbocco della Gola del Furlo, il panorama è mutato radicalmente dal passaggio in auto in mattinata, inutile descrivere a parole quando le foto parlano da sè.
Oltrepassiamo la galleria romana e in breve giungiamo al parcheggio, praticamente siamo a metà giro.



Lascio gli indumenti pesanti, la camera d'aria bucata, i santini e una bistecca di cavallo (ah non ve l'avevo detto...) in auto, Gianni, sconvolto dal Garbino, preferisce continuare in abiti pesanti (col senno di poi, ottima scelta questa).


Attraversiamo un ponte pericolante scosso alle fondamenta dall'impeto del torrente e da grossi tronchi portati dalla piena, mi auguro di cuore al ritorno di trovarlo ancora in piedi... il guado del Dragone d'inverno, al confronto, è una passeggiata su ciclabile asfaltata in discesa con bici elettrica.
Al riparo dal vento, protetti dalle colline circostanti, la dolce salita nella valle non è certo preludio appropriato per quanto troveremo a monte...


Ad un bivio seguiamo i cartelli per Cà Fabbri, Università nel Bosco, dove mi sono laureato e ho preso il master in gurulogia, bei tempi, bei ricordi...


Vengo risvegliato bruscamente dal trillo di un aggeggio elettronico, qualcosa di estraneo sito nello zainetto richiama la mia attenzione.
Estraggo il marchingegno e come un flash appare l'immagine terrificante in forma di ologramma in bianco e nero della ragazza mostruosa di "The Ring", quella vestita di sola tunica bianca coi lunghi capelli nero corvino che le coprono la faccia e che spaventa anche il biker più intrepido.


E' mia moglie.
"Sono rimasta a piedi, la tua a auto non va più" tu-tu-tu-tu...
Dopo questa lieta notizia torno a chiamare il soccorso alpino e lo dirotto al Grandemilia...risolto il problema, torniamo hanoi, come dicevano i viet-cong di rientro dal delta (questa richieda una certa conoscenza storica ND GURU)


Garbino sta facendo un garino con Gianni per assonanza, l'offerta 2x1 sta per essere puntualmente consegnata, alle pendici del Paganuccio si fatica nei tratti di discesa, mentre in salita bisogna frenare...
Ogni tanto scorgiamo delle coppiette di escursionisti planare senza deltaplano dalla vetta, con improvvisate tute alari compiono evoluzioni speciali (o della specie) che neanche un Darwin sotto effetto di stupefacenti potrebbe concepire...
Garbino sta riunendo i sette venti in anticipo alle quattro e venti e si appresta a celebrare un rito pagano sul Paganuccio!


Per dispetto, una raffica mi costringe al piede a terra e alla conseguente resa nel tratto più ripido dell'erta che conduce alla cima, Gianni da par suo ha già da tempo alzato bandiera bianca a mò di vela e sale senza difficoltà quando le raffiche sono a favore (mai...se l'è fatta tutta a piedi ahahahah ND GURU).


Giunti alla seconda sella di giornata (evito altre battute scontate, non è periodo di saldi ND GURU), avremmo proseguito ben volentieri verso la vetta a quota (vediamo se indovinate...) 976, ma essendovi proprio in quel momento in atto il rito pagano, il passaggio ci è precluso.
A guardia del recinto neri tori cornuti arrapati e imbufaliti, schiumanti rabbia dalle fauci cavernose, proteggono stile Cerbero l'accesso al Sabba domenicale, cartelli indicanti battuta al cinghiale in corso fanno il resto (per chi se la fosse persa...come già detto, è un'attività inutile in quanto l'ungulato è privo del senso dell'umorismo...)


Come potrebbero mai due poveri cristi partecipare ad un rito pagano senza perdere la fede, soprattutto quando la fede è a girare sui colli bolognesi?
(A questo punto uno sveglio, dotato di humour inglese e di buona cultura, potrebbe anche indovinare perchè non possiamo raggiungere la meta senza bisogno di ulteriori spiegazioni, ma ahimè i miei lettori non posseggono alcuna delle doti sopraelencate ...ND GURU).

L'ingresso ovviamente non è libero, in caso contrario i nostri eroi assisterebbero ad un evento gratuito e quindi non pagano...(direi sia ora di accendere i termosifoni, questa fa davvero venir freddo... ND GURU)

Dall'alto, la voce del vento porta il mantra diabolico "Ucci ucci paganucci" recitato dalla setta dei sette venti che si sparge ai quattro venti, creando totale confusione circa il numero dei partecipanti e nonostante Gianni improvvisi un abaco di fortuna contando i venti coi denti della corona e orientandosi con la rosa dei venti... il dato rimane tuttora incerto (secondo la questura il lieto evento dei venti non ha avuto luogo, gli organizzatori invece reclamano un grande successo, ventate d'aria fresca nel panorama marchigiano).


Trovato riparo in una radura, infreddoliti, ci sediamo su caldo sterco di bovino e diamo fondo alle ultime provviste.
Provvidenziale è il consumo di coca in forma liquida, offerta gentilmente da Gianni, da buon ex stradista dopato...l'effetto immediato è l'avvistamento sulla lontana spiaggia di Gabicce di un gruppo di procaci nudiste (il solito, ennesimo, video di Matte...ND GURU)


Finalmente si parte per l'ultima discesa di giornata, il Nulla è sempre in agguato tutto intorno, oggi la nuvola fantozziana è complementare alla nostra posizione, siamo proprio nell'occhio del ciclone ( e non è la bici L 29" di Gianni).
Il sentiero è spassoso, un pò scavato, si scorge in alcuni tratti la Nuova Zelanda, ma tutto ben ciclabile.


Attraversiamo boschi ammantati dai più variegati colori, poco tempo per le foto, ma il ricordo è indelebile come l'Uni Posca d'oro della pentola sotto l'arcobaleno.
Classica foto al tavolo da briscola per taggare gli assenti ormai da lunga data, master on-the-fly in sopravvivenziologia ripassando all'università nel bosco, guado di ponticello tibetano instabile su forra dall'abisso senza fondo e siamo di nuovo a valle, su asfalto.



Ma altre insidie ci attendono.

Avrà retto il ponticello alla piena del torrente?
Avrà aperto PietroAlato, il Paradiso del Biker?
Avranno ancora piade al bar?

Ovviamente, se state leggendo queste righe, è indice che i quesiti precedenti hanno avuto esito positivo (come le controanalisi di Vanni al fangolone dopo l'ennesimo podio)
e sì, vi ho svelato il finale della storia a lieto fine... che bastardo!

Ma torniamo al ponte, percorribile esclusivamente a senso unico alternato.
Anzitutto va fatto notare che Gianni si è totalmente trasformato in freerider, nell'abbigliamento e nello spirito (un pò meno nella tecnica e nella posizione in discesa, troppo seduto, urge lezioncina...ND GURU) e pur di evitare l'asfalto s'inventa varianti non-sense su argini ripidi, avrà avuto un buon maestro...

Quando stiamo per attraversare il ponte che ormai si regge su un unico palo di frassino alla cui base si stanno svolgendo le olimpiadi quadriennali dei roditori, una colonna di autovetture senza soluzione di continuità ci costringe all'attesa.
L'esodo di massa del popolo eletto (lo constatiamo dal gracchiare molesto di Radio Maria proveniente dall'interno delle vetture...)in fuga dalla schiavitù dell'Egitto pare proprio passare da qua, un moderno Mar Rosso (sarebbe color fango, ma al tramonto il colore dà l'idea del rossastro...e poi non rompete questo è uno dei passaggi più verosimili... ND GURU) si sta chiudendo alle loro spalle.
Acceleriamo prepotentemente  per raggiungere l'altra sponda (ebbene sì, cari Matte e Giuli, ora siamo come voi...ND GURU) e per un soffio il mare di fango non inghiotte anche noi.
Alle nostre spalle, i 2 biker in Lycra precipitano nell'abisso, condannati in eterno a ripetere lo stesso finale.


Davanti a noi PietroAlato ha aperto, con le innumerevoli chiavi di cui dispone, il Paradiso del biker; in vetrina davanti alla Canyon del Furlo, c'è Santa Cruz ai cui piedi si è formata una solenne processione.
Andiamo oltre (che è meglio) e raggiungiamo il parcheggio ben prima del tramonto, una sequoia secolare si è appena abbattuta di fianco all'auto di Gianni, possiamo tranquillamente riporre i nostri destrieri e concederci il meritato terzo tempo (a cui preferisco non pensare visto che ho fame  mancano 3 ore al prossimo pasto...ND GURU)

Ripartiti, oltrepassata nuovamente la Gola del Furlo e imboccato lo stradone per Fano, il cielo si rannuvola e riprende a piovere... poco dopo, l'Arca ci viene incontro...


PS1 45km x 1800 molto panoramici in totale relax, come si evince dal racconto
Ps2 per la traccia GPS chiedete ai miei delfini (non i biker che sporadicamente mi seguono, ma proprio i cetacei del Furlo)
PS3 alcune cose sono inventate, ma non troppo, vero Gianni!?!
PS5 Se siete arrivati a leggere fin qua non avete proprio una cippa da fare...
Ps6 non vi siete accorti che manca la PS4?
PS4 l'avevo dimenticata, eccola qua... (ciao! ND GURU)

https://www.facebook.com/fabio.cavazzuti/media_set?set=a.10154077560154205.1073742186.729209204&type=3&pnref=story








































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