Eccoci finalmente alla vigilia dell'appuntamento più importante della settimana, l'unico motivo che spinge il biker a farsi (o a far finta) il mazzo al lavoro e a ottemperare ai noiosi obblighi coniugali, con annessi e connessi regalini di varia natura e costante depressione al portafoglio...l'escursione in mtb del sabato!
Tra defezioni varie e partecipazione da parte di qualcuno a non ben precisati riti di accoppiamento tantra, ci ritroviamo in 3, che per i miei standard non è numero perfetto (che è 1 ovviamente) ma partecipazione assai numerosa... io, al solito onnipresente e onnipotente, Poul con la nuova Scott 720 e Marcal nei panni dell' ignara vittima sacrificale.
Piogge diffuse al venerdì, ma sereno e cielo limpido previsto per la giornata successiva invogliano a salire in Alto Garda, destinazione Monte Altissimo di Nago.
Lungo il tragitto scorgiamo un lievissimo strato di neve, "una leggera spolverata", ad alte quote, per cui siam certi che non ci saranno problemi di sorta, la ciclabilità è assicurata ahahah!
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La cresta del Cornetto al Bondone (fatta con Matte, Giuly e Vanni) appena innevata |
Alla partenza, nonostante il freddo, da buon Catalano DOC, Marcal si presenta in costume perizomato leopardato ed espadrillas con le tacchette Shimano, ben presto però la tercera pierna avverte sintomi da congelamento e si rintana al caldo dove non batte il sole, dando origine ad un ben celato caso di ermafroditismo, poco gradito (penso) al malcapitato rappresentante iberico.
Il successivo defilè ci consegna un Marcal cambiato (...) in tenuta invernale Sessantallora con bandana in lana merinos.
Poul, intanto, sta fotografando la sua nuova Scott 720.
Ci avviamo a fare una breve colazione per scongelare le preoccupanti stalattiti che scendono dalla folta chioma di Marcal e dopo aver colto sul fatto la barista nel tentativo di fregarmi il resto di 4 euro (corrispondenti a 2 camere d'aria semi-nuove! cn me non poteva avere scampo...) siamo pronti e belli pimpanti, almeno io e Poul.
Marcal mi ringrazia per la colazione, rispondo con una frase che diverrà testata d'angolo su cui costruire questo racconto: "Aspetta a ringraziarmi a fine giro...".
Il lago, sotto di noi, è un'infinita distesa blu, giornata davvero stupenda, tutto pare ravvicinato e più bello del solito, anche Poul, che, intanto, sta fotografando la sua nuova Scott 720.
Peccato che la salita a nord in costante ombra non sia proprio riscaldante, nonostante le pendenze elevate (16%) che contrastano un filino con la mia presentazione del percorso, fatichiamo a carburare e ogni tanto un colpo di scalpello ai ghiaccioli di Marcal è cosa buona e giusta.
Le tentiamo tutte per scaldarlo, chi gli dà del Colombiano, chi dello sporco Madrileno, chi gli chiede numi sui principali eventi storici catalani dalla preistoria al futuro prossimo... ma niente, oggi non è proprio giornata!
Resti di fortificazioni, arroccamenti e costruzioni della Grande Guerra fanno da interessante contorno al nostro incedere, qua si è combattuto nei pressi di Doss Casina e il Sentiero della Pace, a perenne ricordo, in alcuni tratti scorre all'interno di trincee restaurate recentemente, ben ciclabile.
Poul, intanto, sta fotografando la sua nuova Scott 720.
Raggiungiamo e superiamo il primo biker che arranca mestamente in salita, andatura traballante e biglietto pronto alla vidimazione in attesa del passaggio del furgone porta-dhillers krukki.
Notiamo che il poveraccio, stremato, si appoggia con troppa foga alla pensilina sita poco oltre e perdendo l'equilibrio cade al suolo, frantumandosi come una statua di ghiaccio è solita fare in questi casi.
Proseguiamo incuranti del tutto, sapendo che il freddo può giocare brutti scherzi alla vista, diamo un controllo al vispo colorito di Marcal e in breve giungiamo al punto panoramico con roccetta che ogni anno scalo per essere immortalato nelle più svariate posizioni da perfetto guru coglione.
Marcal in siesta sulla panchina al sole pare rianimarsi, alzandosi lascia al suolo una pozza d'acqua da disgelo e qualche fossile sulle travi in legno.
Poul, intanto, sta fotografando la sua nuova Scott 720.
Su asfalto, nei tornanti meno esposti, comincia a formarsi un'inquietanto strato di scivoloso ghiacciolino, poco pratici ci avventuriamo cauti come un gatto di fronte ad una pozzanghera, ma niente, il terreno è davvero ostile e Poul scivola e va a gambe all'aria tanto per rompere il ghiaccio.
Da buon scarafaggio rovesciato intona"Help!", ma io, nel mentre, lo sto immortalando con la sua nuova Scott da una suggestiva prospettiva e non posso intervenire...
Marcal monta le catene da neve e sommessamente mormora fr-fr-fr-fr-fr-io, da par mio son contento che anche in difficoltà la sua natura di freerider venga fuori (questa è sottile come lo strato di ghiaccio ND GURU).
Ci accordiamo per una tregua col generale inverno (che è più ragionevole del Colonnello Trucchia) nei pressi della baita sotto i prati di Nago, dove è in corso un'esibizione di krukki acrobati sulla neve, ovviamente per loro fatica zero, sono saliti furgonati, noi frigomorti, o quasi.
Poul, prima di tornare a fotografare la sua nuova Scott 720, cede in cambio di favori non ben precisati un paio di solette riscaldanti long life a Marcal, il quale, totalmente inesperto, le ingoia.
Riusciamo tramite forti colpi allo sterno a fargli espellere il tutto, compreso la colazione e un paio di fette di torte mal digerite in fiera e con calma olimpica e pazienza infinita, lo seguiamo passo passo nella non facile applicazione della soletta.
Non fosse che i geloni ai suoi piedi ci impediscono di togliergli le scarpe, e la soluzione drastica, beh, per il bene di un hombre questo e altro, un pò di pioggia dorata calda e tutto è risolto!
Stremati dall'operazione ingoio la prima banana, mentre Poul fotografa la sua nuova Scott 720.
Ripartiamo e raggiungiamo un secondo gruppo di biker, di origini bresciane, intenzionati a salire sull'Altissimo senza sapere esattamente a cosa stiano per andare incontro salendo per oltre 2 ore bici in spalla in mezzo a neve e ghiaccio.
Il terreno è ormai completamente ricoperto di un infido manto bianco e le fatiche raddoppiano, fino a quota 1550 riusciamo bene o male a pedalare, in seguito è praticamente impossibile.
Poul si fa un selfie con la sua nuova Scott 720 in spalla e poi sprofonda fino ai capelli (...) nella neve, Marcal, ormai un ghiacciolo semovente commovente, con scatto d'orgoglio procede scavando nuove trincee utilizzando in frontino come perno e bastone per la traballante avanzata.
Siamo a una sella, abbandonata da qualche caval...ehm no, questa è un'altra storia...(http://blogsuperash.blogspot.it/2016/11/gola-del-furlo.html) alla sella del Varagna, riscaldata da un agognato sole, il GPM odierno a quota 1720 dopo il rapido aggiornamento del mio GPX mentale, il percorso ora prevede discesa verso Malga Campei per recuperare ossigeno e un minimo di tepore.
Non è stata tanto la faccia stravolta di Marcal a farmi cambiare piani, non sono certo uno che si intenerisce per così poco, quanto soprattutto la possibilità che Poul si potesse fermare sull'Altissimo a scattare foto meravigliose della sua nuova Scott 720...ecco, sono più uno che gode nel far soffrire il prossimo (confermo! ND GURU).
Avanti il prossimo!
FINE PRIMA PARTE
INTERVALLO
SPOT 1
Musica in sottofondo di Vangelis da Blade Runner, una metropoli futuristica avvolta nel grigiore prodotto dalle proprie tossiche emissioni, suggestive riprese dall'alto.
Planata verso il cuore pulsante incancrenito del quartiere cinese, tra maleodoranti olezzi e sciatta architettura etnico post-industriale.
Persone senza volto chine nelle loro immutevoli logoranti attività, immuni a qualsiasi distrazione, brusio e vociare attutito dalla pioggia, desolazione e disperazione.
Una lievissima luce, quasi indistinguibile, viene riflessa dalla telecamera, ormai in planata, verso un punto ben preciso al suolo.
Il volto lercio, la bocca in parte sdentata semiaperta per lo stupore , i capelli nero corvino macchiati dal fango.
La fragile sagoma del ragazzino si fa via via più distinta, illuminata da una luce verde in deciso avvicinamento.
Un sorriso si incunea tra le sue aride labbra, labbra di adulto, gli scuri occhi grandi che hanno già visto troppo si rianimano e tornano bambini.
E' avvolto completamente da questa magica aurea verde di vita, intento a fissare con gratitudine la fonte dell'improvviso mutamento.
Unico piano-sequenza, la camera con ossessiva lentezza si allarga puntando ad inquadrare l'origine del tutto.
Sono attimi emozionanti, il tempo si è praticamente fermato, in slow-motion si inquadrano le gocce di pioggia giungere lentamente a destinazione, non prima di aver riflesso un' impercettibile sagoma dai lineamenti perfetti.
E poi il gran finale, un'esplosione di luce et voilà, la NUOVA SCOTT 720 di POUL!!!
Segue un'estenuante proiezione di scatti con Poul nelle pose più disperate, anche sotto la doccia, nudo, coperto dal solo freno a disco.
In dissolvenza, Poul ha caricato sulla sella il ragazzino cinese e si sta avviando, pedalando in scioltezza a mezz'aria verso un mondo migliore, la Grande Luna. (Scena che ricorda vagamente ET "telefono casa", "pronto Poul?" "ehm...si arrivo un pò tardino...", "pronto Paul?" "ehm si arrivo alle 8.15" "Ma non avevi detto 7.30" "Prima, adesso 8.15" tu-tu-tu-tu... nd GURU).
Titoli di coda. Regia di Ridley SCOTT 720.
Prossimamente nei migliori cinema!
SPOT 2
Musica di bonghi africani e ukulele.
Guru che mangia banane in continuazione.
Stacco.
Zoomata sulla marca della banana CiGuida TM.
Stacco.
Tabella riassuntiva delle proprietà caloriche ed energetiche e dei benefici associati.
20 km e 900 metri di dislivello con una banana, emissioni zero o quasi e in ogni caso solo una volta al giorno.
Guru sorride e fa il segno dell'OK con la mano, con l'altra mangia una banana.
Dissolvenza su fondo nero.
Messaggio subliminale scritto in giallo: "Non andare in banana, ingoiala prima!"
SPOT 3
Inno nazionale spagnolo, privo di testo.
Bandiera a tutto schermo a bande orizzontali esterne rosse, grande campo interno amarillo.
E' assente lo stemma reale, si nota solo un puntino nero infinitesimo al centro un pò spostato a sinistra.
Zoom rapido fino ad inquadrare un individuo in completo Sessantallora con bandana in lana merinos, totalmente blu, congelato.
Ulteriore zoom verso un punto microscopico al centro un pò in basso, lente che vede attraverso i vestiti, VM18, un involucro in lattice emanante luce calda e tepore lo avvolge.
Da minuscolo torna normale, pulsa, continua la crescita, impressionante.
Il calore si irradia a tutto il corpo, si inquadra il soggetto, apre gli occhi, sorride appagato.
"Markuel e ti senti un Re".
Zoom sulla bandiera, ora il soggetto fa parte dello stemma reale.
Finale in crescendo dell'inno.
FINE INTERVALLO
SECONDA PARTE
Di fronte a noi la bucolica conca innevata del Varagna, in lontananza, con la magnifica cornice della valle dell'Adige e della cresta che si estende dallo Stivo al Bondone, dalla minuscola struttura di Malga Campei provengono invitanti segnali di fumo (t.o.r.t.e.a.p.p.e.n.a.s.f.o.r.n.a.t.e.g.n.o.c.c.h.i.b.o.l.l.e.n.t.i.g.n.o.c.c.h.e.c.a.l.i.e.n.t.i...) che paiono attrarre, chi per un verso, chi per l'altro, le nostre attenzioni.
Alle spalle, altissimo è ...l'Altissimo, altrettanto innevato e ghiacciato nel suo versante a nord: rimandiamo la scalata a migliori fortune, altresì decido di evitare la breve tratta a spinta che ci avrebbe condotto a Bocca Poltrane e allo stupendo mezzacosta verso il Rifugio Graziani.
I preparativi per la prima discesa di giornata consentono a Marcal un breve sollievo, da buon sci-alpinista rimuove le pelli di separatista basco che aveva assicurato sotto i copertoni e affila per bene i tasselli a mo di lamina, il guru si sistema con precisione le protezioni per evitare inforcate, mentre Paul... avvia la Go-Pro per un paio di video con la sua nuova Scott 720 (infatti punta l'obiettivo ad altezza telaio... ND GURU).
Si parte cercando di seguire il sentiero, ben presto l'eccessivo accumulo di neve lungo la traccia evidente ci spinge a liberarci da ogni vincolo, ci si butta letteralmente giù per il pendio innevato in una discesa emozionante e assolutamente non proibitiva fino alle prime roccette e al boschetto a valle.
E qui son dolori. Dobbiamo incunearci tra massi sporgenti in uno stretto e ripido pendio semi-ghiacciato, al confronto il Canalone Miramonti della 3Tre di Madonna di Campiglio è una ciclabile che anche l'Alle... e così si dà il via alla danza.
Con la consueta leggiadria e uno stile da far invidia a Balù, il Guru avanza intrepido da apripista, ma il pericolo è in agguato sotto forma di stalagmiti affioranti e radici traditrici.
La combinazione delle due forza avverse causa quasi un'inforcata classica, ma la prontezza di riflesso e le notevoli doti di equilibrista (oltre che di arrampicatore di specchi... ND GURU) mi evitano il peggio e con l'utilizzo di un bastoncino che si piega nell'urto riesco miracolosamente a salvarmi, anche se all'intertempo giungo con un certo distacco da Gustavo Thoeni...
Poul ovviamente, tra un telaio e una serie sterzo della sua nuova Scott 720, riesce a immortalare la prodezza e a giubilare per l'esito positivo (certo, certo... ND GURU).
In breve io e Poul giungiamo al traguardo di Malga Campei, con distacchi minimi. Nessuna traccia o notizia di Marcal.
Nell'attesa preparo tutti gli itinerari per il 2017, mentre Poul, beh lo sapete già...
Poi comincia ad arrivare roba in quest’ordine: dopo un’ora e venti un pedale con scarpetta incorporata. Dopo un’ora e settanta esatte cerchioni e barilotto di Cordiale tipo Cane San Bernardo, poi una ciocca di capelli, due molari e l’indice della mano sinistra. E finalmente, in un silenzio orrendo, a notte fonda, Marcal a pelle di leone. Crede di essere il Comandante Nobile nell’inferno del Polo Nord (cit. Fantozzi).
Entriamo al caldo del rifugio dove una megera ci saluta con esagerata cordialità.
In cucina scorgo un calderone fumante e ampolle multicolori sulle scaffalature. Un gatto nero, sul tavolo, sbuffa minaccioso e ingoia un pipistrello morto.
Ci accomodiamo irretiti dal tepore e dai fumi oppiacei, chiediamo il menù o libro degli ingredienti, ci viene negato...
Poul, dimentico della sua Scott 720, e Marcal ordinano Punch bollente e il piatto della casa, una brodaglia ustionante. Io, per sicurezza, una birra piccola ghiacciata e una banana.
Ci vengono offerte, come aperitivo, delle enormi uova sode...ho un vago presentimento.
Al termine del pasto i miei due compagni paiono ubriachi , quasi drogati (quindi nei loro standard...ND GURU) e vengono dirottati dalla strega in un locale in fondo a destra... gatto ci cova, il felino si adagia su altre uova di struzzo.
La megera esce poco dopo, con un bastone attorcigliato sulla cui punta è incastonata una pietra nera, è la resa dei conti.
Rendo appunto 100 euro come conto (battutona...ND GURU) pur di non essere nemmeno sfiorato e urlo a gran voce "Poul ti stanno rubando la tua nuova Scott 720! Marcal c'è Cristiano Ronaldo che sta pisciando sulla bandiera del Barcellona!" e sveglio i due dal torpore magico cui erano imprigionati.
Entrambi, precipitosamente, escono dalla baita e inforcano i mezzi giù per il ripido tratturo disseminato di sassolini bianchi.
La strega urla disperata maledizioni, il gatto nero si tocca i maroni... Ma questa è un'altra storia.
FINE SECONDA PARTE.
INTERVALLO
SPOT 4
Paesaggi mozzafiato, montagne, laghi, boschi, pascoli, rifugi accoglienti,ruscelli, cascate in rapida successione.
Cielo azzurro e limpido, voce fuori campo: "Nelle migliori condizioni..."
Mutamento radicale.
Argini, fango al suolo, fossati melmosi, nebbie dense, alberi spogli, ruderi, traffico, crossodromi in altrettanto rapida successione.
Cielo plumbeo, visibilità ridotta, voce fuori campo: "...e nelle peggiori..."
Attimo di suspance, schermo nero che in dissolvenza in entrata si tramuta in verde fluorescente, voce fuori campo: "...La nuova Scott 720 non ti abbandonerà mai!"
Seguono carrellate di foto di Poul in compagnia del suo nuovo migliore amico verde-nero, mentre giocano...
SPOT 5
Schermo nero, scritte bianche luminose,voce fuori campo.
"Hai problemi di tenuta?"
"Hai problemi di frenata?"
"Hai problemi al cambio?"
"Hai problemi alla forcella e all'ammortizzatore?"
"Hai la ruota imberlata e 2 raggi rotti?"
"Hai i copertoni senza tasselli e senza lattice?"
"Hai lo sterzo bloccato e i cuscinetti usurati?"
"Hai la catena secca e le boccole insabbiate?"
"Hai il reggi-sella telescopico fisso al minimo?"
"Hai il GPS fuori uso o non sai usarlo perchè da piccolo hai battuto la testa come Matte?"
"Hai dimenticato la camera d'aria di scorta e sei rimasto con sole 2 pezze (al culo, tra l'altro)?"
"Hai dimenticato borraccia, panini e portafoglio?"
Minuto di silenzio con sottofondo "Marcia Funebre" di Chopin, in modo che il biker si renda conto di avere almeno uno dei problemi sopraelencati.
Flash bianco, scritte in nero, musica "Inno alla Gioia" di LudovicoVan.
"Niente paura, ci pensa il GURU, il meccanico di MERDA!
Grazie alla sua esperienza ti mostrerà come ignorare ogni avvisaglia di rottura e pedalare in tutta tranquillità con un'enduro del 2010 di seconda mano mai revisionata!"
"Chiama il GURU, risolverà ogni tuo problema."
RIP.
SPOT 6
Musica in sottofondo da mariachi.
Un biker in completo Sessantalora, pedala con estrema difficoltà avvolto da bufere di vento, si volta verso la telecamera e intona:
« È un mondo difficile... È vita intensa. Felicità a momenti, e futuro incerto.»
Si ferma ad una panchina al riparo dal vento e si applica con estrema difficoltà una soletta riscaldante, si volta e intona:
« Il fuoco e l'acqua, concerto e calma, sonata di vento.
E nostra piccola vita, e nostro grande cuore. »
Riparte, sulla neve e il ghiaccio, rimane in equilibrio con estrema difficoltà, si gira e intona:
« Non posso convincere il mio cuore
se io non ho dubbi e sono sicuro che lui ha tutta la ragione
non ucciderò questa sensazione.»
Attraversa un tratto di bici a spinta, sprofonda nella neve, arranca, ma riesce a girarsi e intona:
« si, io la voglio, la desidero anche se mi provoca dolore
non voglio soffrire ma sono qui
sto soffrendo e non mi pento soffro per colpa del coglione.»
Flash, dito congelato che fuoriesce dai guantini da stradista marcati Sessantalora e indica il GURU, dai lineamenti diabolici e dal ghigno beffardo.
Si rivolge a un compagno per ora ignorato dalle telecamere, il quale è intento nel fotografare la sua nuova Scott 720, e con estrema difficoltà, la voce roca, intona:
« se mi tradisce e mi abbandona quando sono solo
non sappiamo bene tra me e te
e nonostante sembri che non abbia colpa, la colpa è del coglione!»
Discesa innevata, rifugio lontanissimo, lastre di ghiaccio su crepacci senza fondo, il biker scende con estrema difficoltà, senza girarsi urla al vento:
« io non voglio soffrire però sono qui
e sto soffrendo e non mi pento,
soffro per colpa del coglione!"»
Flash di nuovo sul dito, che abbandonando il manubrio indica il GURU, dai lineamenti diabolici, che ride beffardo mentre il biker, perso l'equilibrio, precipita nel crepaccio...giungono man mano più attutite le ultime strofe:
« È un mondo difficile... È vita intensa. Felicità a momenti, e futuro certo...»
"In uscita a novembre il nuovo singolo di Tonino Marcalone: "Me cago en el bragon" un sul cesso annunciato!"
FINE INTERVALLO
TERZA PARTE
In fuga da Malga Campei ci infiliamo ben presto in un fitto bosco di faggi, il sentiero è spettacolare, reso evidente dal manto di fogliame ricoperto da un sottile strato di neve molle.
Finalmente si può lasciar correre, anche se alcuni passaggi tra rocce richiedono un certo manico (non quello della scopa della strega della malga che al mercato mio padre comprò...ND GURU).
Marcal, scendendo di quota, assume un colorito degno di una creatura vivente e dimostra una buona perizia tecnica nell'affrontare in sella, nonostante il frontino, tutta la discesa.
Siamo alle porte di Festa (Jovanotti ivi ha inciso uno dei suoi primi successi ND GURU) ma per evitare di scendere troppo decido di deviare su uno stradello con rampe immortali (nel senso che sono mortali ma non finiscono mai...) in direzione San Giacomo.
Rassicuro Marcal riguardo al cambio di rotta, non si risale all'Altissimo, però non lo avverto del successivo ripido tratto a spinta tra pietre viscide, anche perchè il fondo non è più innevato e il problema quindi non si pone.
Giungo in solitaria in paese, uno a caso si è attardato a Scottare un paio di foto, mentre le gambe di Marcal cominciano a fare giacomo giacomo (a San Giacomo, ci sta...).
Interpello ad una fonte un paio di escursionisti (che diventano la mia fonte) appena rientrati dall'Altissimo riguardo le condizioni del manto nevoso, mi viene assicurato che salendo da sud non ci sono problemi...si, però poi bisogna scendere a nord! Prossima volta, giurin giuretto!
Anche l'aggiramento dal rifugio Graziani richiede un lungo avvicinamento con notevole dislivello e un successivo mezzacosta innevato... alla fine opto per il percorso più tranquillo, il CORNO DELLA PAURA!!!
Evito di pronunciare a voce alta la destinazione, mentre comunico con gaudio che il finale sarà su tranquilla ciclabile di 20 km, 15, facciamo 10 e non se ne parla più...
La salita su asfalto pare infinita, Marcal comincia ad avere visioni di Savicevic che infila più volte e da ogni posizione il Barca, il fondo torna a ghiacciare e ad una sella lo abbandoniamo in compagnia di una Panda nera in via di estintore che lo scalda trattenendo i raggi solari.
Convinco Poul ad abbandonare un attimo la Scott 720 con la promessa che poi gli faremo altre foto e saliamo velocemente al punto panoramico sull'Adige.
La cima del Corno è scavata da trincee e postazioni d'arroccamento della Prima Guerra Mondiale, ne approfittiamo per una serie di foto e rientriamo in breve alla sella.
Il compito gravoso consiste ora nel dividere Marcal dalla sua nuova compagna, impressionante il camaleontismo dell'iberico che cerca di nascondersi accoppiato all'italico mezzo.
Una fugace vista dall'alto dell'Adige, la promessa del rientro rapido e si parte.
Poul avvia la go-pro per il tratto più spettacolare del percorso, una mulattiera militare scavata nella roccia si incunea con percorso ardito verso valle, superando alcune gallerie e tornantini stretti resi impegnativi dal fondo ghiacciato.
E' uno dei tratti più caratteristici che si possa incontrare nelle prealpi trentine, anche se ormai ne conosco a memoria ogni metro, il passaggio è sempre un piacere.
Giunti ad uno spiazzo, la mulattiera risale verso il Monte Vignola, noi invece ci spingiamo giù lungo il 686 verso il castello di Avio.
La prima parte scende in un pratone in contro-pendenza che può mettere un certo imbarazzo visto il baratro che si spalanca a valle e i ripidi pendii del Corno di fronte, perfino Poul non fotografa più la sua nuova Scott 720, mentre Marcal, già tremante di suo, ha ormai la certezza del suo triste destino.
"Ragazzi, ora viene il peggio" solito ghigno beffardo, mi tuffo tra le rocce smosse e i dirupi conoscendo a memoria il tracciato, è la discesa che in assoluto gradisco maggiormente e le insidie sono legate forse solo all'eccessiva confidenza.
Man mano che si scende il percorso a tornantini diventa più scorrevole, giungono cadenzate le "Ostia!" di Marcal che pare gradire, mani congelate sui freni, concentrazione al massimo, segue come un'ombra Poul che ormai ha domato il suo nuovo destriero.
In poco più di mezz'ora siamo ai piedi del Castello di Avio (Sabbionara), scendiamo per una variante gradinata in cui rischio come al solito un capottamento all'ultima insidia e in breve siamo giù in paese.
Manca SOLO la ciclabile, è quasi il tramonto.
Marcal sorride, Poul fa l'immancabile scatto alla sua nuova Scott 720, io dissimulo sicurezza, in realtà so già che faremo notte. Fonda.
Percorriamo a ritmi sostenuti i primi 10 km, a tramonto inoltrato, Marcal si aggrappa allo scarico di Poul, da par mio seguendo il gps ormai al buio mi infilo nella tana di Shelob e resto impigliato tra corde causa deviazione alla ciclabile.
Sbrogliata la matassa, raggiungiamo Mori, celebre località famosa per il detto: "Vedi Rovereto, poi Mori", centelliniamo le ultime riserve mangerecce e ripartiamo. Poco dopo siamo completamente al buio, esauriti, oltre a noi, pure i lampioni sulla ciclabile.
Marcal, mentre stiamo estraendo le torce dallo zaino, in preda a delirio e visioni mistiche di presunte scie bianche luminosissime, procede nella penombra illuminato dalla sola luce della Grande Luna e scompare alla vista.
Lo troviamo qualche km più avanti intento dall'alto ad aspergere di urina il passaggio a chiocciola della ciclabile che si inoltra nelle viscere della roccia.
"Questo giro è infinito, Ostia!"
Alle accondiscendenti parole "Mah io non sono per niente stanco, sono allenato, per me è stato un giretto medio-facile" da parte del guru che è in me, i due compagni finalmente si alleano e mi schiacciano l'unica banana rimasta, sacrilegio!
Propongo anche un recupero auto per Marcal onde evitargli gli ultimi 5 km (con 100 metri di dislivello positivo) ma il ragionier Poul Filini mi fa notare che il catalano è un duro e deve assolutamente resistere fino in fondo, pena squalifica!
E così, in ritardo di un'oretta sul tramonto, con un'ultima variante finale in discesa tecnica su ciclabile, giungiamo alle auto.
E' d'obbligo scambiarsi il pugno per l'impresa, la foga di Marcal è tale che, di certo involontariamente, mi fa un bell'occhio nero...
"Aspetta a ringraziarmi alla fine del giro" il monito risuona alle sue ormai sorde orecchie e con moto di viva compassione e un pochetto sindrome di Stoccolma, tra le lacrime, mi abbraccia con gratitudine per l'avventura spensierata passata insieme.
"Adios Hombre" sono le ultime parole che ricordo di lui, "Cabron" quella che invece si ricorda Poul, intento a scattare foto col flash alla sua nuova Scott 720.
Come in ogni resoconto che si rispetti, questo stucchevole lieto fine non è degna conclusione alla giornata, manca ancora il coupe de teatre!
Nel mentre scarichiamo in fretta e furia per evitare irreparabili lavate di capo da parte delle consorti per il prevedibile ritardo, il camion della monnezza, scambiandola per un ferrovecchio, fa su la mia vecchia enduro...aggiustandola!
PS 65 km (26 km di ciclabile) x 2350... Grazie a Poul e soprattutto a Marcal in giornata storta, epico!
Avanti i prossimi!
Tutte le foto qua: https://www.facebook.com/fabio.cavazzuti/media_set?set=a.10154093361209205.1073742187.729209204&type=3&pnref=story
Sei una macchietta.... Mitico
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