lunedì 21 novembre 2016

PAllagano, Bat-Tana & Bifolchi

Buongiorno cari lettori, eccoci giunti all'appuntamento di MTvtB, anche questa settimana è il maltempo a farla da padrone, ci colleghiamo subito col nostro inviato, il GURU, per un resoconto dettagliato della giornata...
ma prima alcuni secondi di pubblicità con i nostri sponsor.




MINI-SPOT 1

Uomo con tuta da lavoro bianca, imbrattata di macchie di vernice, intento a carteggiare una parete.
"Ho quasi finito, manca solo la parte bassa dal battiscopa, poi andrà data una passata"
In avvicinamento, mano nella mano, i 2 inquilini, D&G.
"Diamola subito sta passata!"

Matte l'imbianCHINO, esaudirà ogni vostra richiesta.


MINI-SPOT 2

Uomo in tuta da operaio, al telefono.
"Si pronto, sono Gians, avrei bisogno dei ricambi per la pressa, è urgente"
"Non si preoccupi, 10 minuti e siamo lì"
"Ottimo, espongo il cartello e mi assento un attimo"

TORNIO SUBITO, consegne rapide macchinari per l'industria.



GIOVEDI' 17 NOVEMBRE 2016

"Pare non piova nel bolognese"
"Ok grande ci sono!"
"Ho proprio voglia di bolognese!"
"Si dai dai"
"Gaaassss"
"Verrei ma alle 4 la mia mtb si trasforma in zucca"




VENERDI' 18 NOVEMBRE 2016

Meteo pessimo, piogge insistenti ovunque, in miglioramento da ovest solo in tarda mattinata.
Inutile allontanarsi troppo, propongo un giro dalle parti di Matte a Palagano, ci si aggiorna in tarda serata.
Defezioni a pioggia.
Le previsioni vengono confermate, fuori piove già forte, obiettivamente girare sotto l'acqua con fondo probabilmente pessimo scoraggerebbe chiunque.
Tranne Gians, che adesso può girare solo una volta ogni 15 giorni e Matte, che non può sottrarsi a un giro sotto casa ed è risaputo che ne mia nurmèl...
"Gians 8.15 da me e abbi fede!"



SABATO 19 NOVEMBRE 2016

Notte agitata dal diluvio, mi alzo presto e faccio colazione, messaggi apocalittici di Matte cercano di distogliermi dai miei propositi ritardando la partenza, ultima controllata alle immagini satellitari di MeteoSash e sono giù, pronto con l'enduro zozza, vestito da perfetto palombaro, cuffia da bagno e guanti da fruttivendolo inclusi.

Smette di piovere, scena già vista, arriva Gianni, carico come sempre, anzi oggi di più, in tenuta ironman prima frazione, nuoto.

Classica presentazione dell'itinerario e ostentazione di sicurezza man mano che le nubi paiono diradarsi, preoccupazione per lo stato dei fiumi, il Secchia è impetuoso!
Verso sud inoltre è davvero scuro, probabilmente eviteremo l'Alpesigola per qualcosa di più vicino e riparato, dalla Toscana la perturbazione si infrange sul crinale, le nubi si aprono e verso la collina e la pianura emiliana non si rischia più l'acqua.

Arriviamo nella terra di mezzo, Palagano, il paese dei Matt(e)i, punto il navigatore seguendo correttamente le direttive, ma ovviamente non troviamo la nostra meta...
Quando stiamo ormai per disperare, una colomba bianca col ramoscello d'ulivo in bocca, attira la nostra attenzione (caga sul parabrezza) e ci indica la via.
Un'erta al 20% conduce a Cà Matte, un'oasi di pace sopra il paese, sarà dura al ritorno pedalare fin quassù...

Alla finestra si affaccia un bizzarro individuo dai capezzoli turgidi, l'espressione soddisfatta e un ghigno da matto, simile ad uno spaventapasseri con la scopa infilata nel curry, la colomba terrorizzata scarica di nuovo e scompare, anche i nostri uccelli risentono del trauma e si rintanano per bene.

Siamo arrivati, non piove, fa piuttosto caldo, anche se la visione del novello Giulietto fa venir freddo e infatti dalla stanza, una soave e gentile voce femminile, ordina perentoria "#!@#!!KIUDI!!!@##!"
Scende Matte, presentazioni di rito con CarpiGianni e in breve siam pronti a partire.
Prima parte del percorso, cedo volentieri il ruolo di guru al local, ci si inoltra off-road seguendo sterrate e sentieri inediti, alcuni dei quali proprio Made by Matte.



Riprende un pò a piovere, il terreno è pesante, fradicio, ma la presenza di foglie e la tipologia del percorso scongiura infangamento, anzi, i ripetuti guadi di improvvisi ruscelletti lavano alla perfezione le nostre coperture.


Sbuchiamo ai piedi del Cinghio del Corvo dove possiamo ammirare un bel panorama e la situazione meteo verso il crinale, cassiamo definitivamente il passaggio al Passo Cento Croci e ripieghiamo sulla Valle del Dragone.


Imbocchiamo il TOM, Trail of Mines (sentiero delle miniere al plurale, fosse stato al singolare, sentiero mio)
e dopo un breve tratto a spinta siamo sulla cima del Poggio Bianco al Dragone.


Gianni non è in gran forma, non si sente un drago, peccato, il luogo sarebbe perfetto per l'accoppiamento del fantastico rapace, il terreno era un tempo calda lava sottomarina.
Prima parte scorrevole un pò ripida, giungiamo presto ad una radura e al punto più panoramico a strapiombo sul Dragone, con bella vista sulle ofioliti di Poggio Medola e del Calvario.


Si riprende su rocce viscide e un taglio ripido ci conduce al sentiero del Partigiano Reggiano, un tratto esposto filante come Zucchero, quindi all'imbocco delle miniere nascoste.

Estraiamo le torce e ci trasformiamo in provetti speleologi, Matte adora incunearsi in buchi neri, per lui è già la seconda immersione odierna, avanza con sicurezza nell'antro umido della montagna alla ricerca di pietre preziose.


Un paio di piccoli pipistrelli riposano sotto le luci dei riflettori, i tesori depredati da tempo, non resta niente di utile, usciamo prima che ci crolli tutto addosso.
Poco sotto un'altra rientranza conduce alla bat-tana di Dracula, l'enorme pipistrello solitario ha assoggettato l'intera caverna, ogni tanto qualche femmina passa a trovarlo in cambio di pietre preziose (che bat-tona! che bat-tuta! ND GURU)


Per sicurezza ci allontaniamo velocemente, non vorremmo che si svegliasse in preda ad una crisi di fame e utilizzasse i suoi acuminati canini per succhiarci il sangue, se va bene.
Rientrati sui nostri passi scendiamo fino al ponte sul Dragone, non prima di aver seguito un'altra divertente variante Made in Matte.


Il torrente è ingrossato all'inverosimile, orde di buoi tibetani, più noti come Ka-Yak galleggiano seguendo il corso impetuoso, mentre l'umidità equatoriale è terreno fertile per il nostrano bue muschiato.

Non ci resta che risalire un'oretta fino a imboccare il sentiero dei Pifonchi sopra Frassinoro, con passaggio da Sassatella, località nota per l'eccezionale ristoro con frutta fresca e numerose crostate gentilmente offerte dalle rezdore del paese nel giorno del raduno.


Oggi non c'è nessuno, solo una vecchia pazza che si aggira semi-nuda (vedere per credere...ma anche no!) trasportando un paiolo strabordante sterco di vacca, cosa questa che un pochetto ci fa passare l'appetito...
Alla fonte una breve sosta è comunque necessaria, via la prima banana, Gianni comincia ad avere visioni mistiche e a scambiare il luogo per Piazza Navona e Fontana di Trevi, urge ripartire, al più presto.

Si passa per il centro di Frassinoro, località turistica famosa per la Settimana Matildica e per la Via Crucis Vivente, ci imbattiamo nel local Pifonco che, geloso dei propri sentieri, scaglia un anatema su Gianni: "Oggi con quei copertoni lì sarà dura fare i Pifonchi!"

Consapevoli della malasorte che colpirà inesorabilmente varcandone i confini, ci avviamo alle porte dell'inferno, in ogni caso sempre meglio che a quelle dell'infarto.

L'approccio è stupefacente, il sentiero tiene che è una meraviglia nonostante la presenza di radici saponetta, lo scenario è magico, l'atmosfera novembrina e i colori del tardo autunno sono davvero la panacea delle nostre fatiche.


Ci si inoltra in fitta faggeta intervallata da ombrose pinete, il contrasto tra bosco e sottobosco crea giochi di luce particolari e unici, spesso riflessi nelle limpide pozze formatisi in nottata per le abbondanti piogge e per le nostre recenti spruzzate.


Tutto molto bello e quasi irreale.
Come stregati da tale meraviglia noi 2 guru raddoppiamo le energie, mentre ahimè, la iattura colpisce Gianni che comincia a stentare... effettivamente le sue ruote vanno in difficoltà sui Pifonchi!
Il dedalo di sentieri mi costringe a pre-caricare un'antica traccia di una non ben precisata edizione del raduno, fatto sta che si inizia anche a scendere, finalmente, lungo un tratto spondato tramutatosi in torrente.

Divertimento totale, si riprende a salire guadando ruscelli e stagni, il sentiero si perde spesso coperto da un fitto manto di foglie, la maggior difficoltà consiste nel ritrovare la retta via e nello scalare i rapporti per le tantissime rampe mortali.


Il lavoro dei Pifonchi, va ammesso, è davvero eccezioAnale, passerelle in legno e tratti risistemati sono una manna dal cielo, anche Matte è cotretto ad ammettere la propria inferiorità, soprattutto numerica...(Sono Pifonchi, mica Bifolchi come te... ND GURU)
Si giunge presto in cresta ove scorgiamo il crinale del Cusna e il roccioso promontorio del monte Penna, si scende inesorabilmente in direzione Romanoro per poi risalire con rampe al limite della ciclabilità e oltre verso il Monte Mattioli.


Ora è veramente tosta, ma quando il gioco si fa duro, l'enduro entra in gioco e nonostante qualche problemino meccanico legato all'usura della catena e del pacco pignoni, raggiungo degnamente la cima del piccolo rilievo pelato (in realtà solo un pò stempiato).
Anche Matte è in forma e grazie a un pezzo di barretta e 2 mandorle prosegue imperterrito, CarpiGianni invece non vede l'ora di iniziare la discesa e spezzare la catena (per fortuna non la sua stavolta!) dell'incantesimo maligno.


Con una prima parte in larga mulattiera inizia il tratto forse più entusiasmante, ben presto usciamo dal fitto dei boschi per scendere una comoda traccia che attraversa bucoliche praterie con ampie viste panoramiche.
Il percorso consente derapate al limite del ribaltamento e Matte, novello Me a Kask Lì ne fa le spese, attratto dal verde manto degno di un campo da golf, decide di andare a veder crescere le margherite dalla parte delle radici...


In tutto questo Gianni è divenuto il fotografo ufficiale, la mia macchinetta di riserva si riserva di accendersi, impietosi sono i suoi scatti sul malcapitato guru-for-a-day-ball. (pronuncia foradaiball)
Riprendiamo brevemente l'asfalto per una seconda passata nel centro di Frassinoro, rientriamo direzione Palagano seguendo il Morra Cinese, un percorso off-road molto interessante noto al solo Matte, col passaggio dalle ofioliti di Fuoco e di Sasso, altri tagli (Forbice) e alla fine ben contenti ci diamo il 5 (Mano). Dopo questa ennesima cagata, serve per pulirsi pure la CARTA. Morra Cinese!
Manca poco al Calvario.


Gianni è molto preoccupato, si attende chissà quale erta, in realtà il percorso è in discesa, solo un breve tratto a spinta per salire alla croce di vetta panoramica sulla vallata del Dragone.


Mi avventuro nel solito siparietto guru-coglione su qualche roccetta lavica scopo foto di rito, per poco non vengo sbalzato giù dalle forti raffiche, tra la delusione dei fidi compagni...


Optiamo per la discesa più semplice direzione Lago, evitiamo le scalette di legno viscide, sarebbero state davvero un calvario, una variante finale suggestiva tra i filari di un vigneto e siamo a valle.


Restano poco più di 200 metri di dislivello, ma sono belli ripidi, le forze cominciano a venir meno, ma la fatica è alleviata da fini battute umoristiche ("Hai fatto bene ad osare anche oggi, grande guruuuu!!!" "O so O so" ND GURU)

Dopo attimi di tentennamento, parte la crono-scalata, Matte va subito in fuga approfittando di un salto alla mia catena e si invola verso il traguardo di casa sua giusto in tempo per il coprifuoco, io e Gianni ce la prendiamo con Comodo, il bovaro messicano in siesta che non ha alcuna colpa...

Grazie alle 6 mandorle provvidenziali giungo sul podio insieme a Gianni, il finale è stato il vero calvario!

Stravolti, non prima di una provvidenziale disinfestazione degna di Alcatraz a noi e alle bici, veniamo accolti in casa da eroi e qui ha luogo il miracolo di giornata!
Saliti nell'Eden con solo un pezzetto di ritter al cacao, borraccia semi-vuota e 2 pesciolini mosci, una luce abbagliante dalla suadente voce femminile trasforma l'amaro boccone in squisita pizza riempiendone 4 teglie, l'acqua stantia in fiumi di dissetante birra Forst e i pesci... beh anche quelli si moltiplicano in fretta...(la cancello questa Matte? ND GURU)

La visione è fugace, forse stiamo solo sognando e non ce ne rendiamo conto...ora un coro di due voci femminili intona "Hello Goodbye"... bruscamente a risvegliarci dal torpore ci pensa Matte.
Ci guardiamo intorno, le presenze femminili sono sparite...(è proprio esclusivamente luce per i SUOI occhi ND GURU).
Il nostro ospite, emulo dei primati (intesi come scimmie, non come record... ND GURU) di 2001 Odissea nello Spazio di fronte al Monolite Nero, sta picchiando con violenza contro il forno: "Dobbiamo scaldare la pizza!"
"Beh accendilo, no?"
"Non lo so fare, non l'ho mai fatto...non si fa così!?!"
Minuto di raccoglimento (balle Nd GURU).


Acceso il forno e scaldate le pizze possiamo finalmente brindare al miglior terzo tempo dell'anno e ad una giornata speciale... grazie ancora a Matte e soprattutto alla Santa!
Al banchetto si unisce anche Fabbri, novello biker, che sbirciando tra le foto del giro, pungola Gianni sulla fattibilità di un tratto off-road in cui è sceso di sella.
Non ci restano che i saluti finali e i titoli di coda.


DOMENICA 20 NOVEMBRE 2016


Non si nota, ma Fabbri ha alzato il dito medio!


Vans, magrebino onorario, positivo al nebbiolone dopo l'ultimo podio a Magreta.


PS 51 km x 2050








































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